ECUMENISMO / TUNICHE E RELIQUIE, LA VIA DEL DIALOGO

Gli esperti vaticani la definiscono come “diplomazia ecumenica delle reliquie”. Si tratta della nuova politica inaugurata da Papa Francesco per gettare un ponte tra le varie “chiese” cristiane, per avvicinarle sempre più l’una all’altra nel segno della solidarietà e dell’ecumenismo.

Un passo fondamentale, quest’anno, è rappresentato dal trasferimento della tunica di San Thomas Becket dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, dove era custodita, nella Cattedrale anglicana di Canterbury, dove era avvenuto l’omicidio passato alla storia, da cui Tomas Eliott trasse spunto per il suo celebre “The Murder in the Cathedral”.

Trasferita quasi un anno fa a Canterbury, la tunica vi rimarrà per tutto il 2020, per le celebrazioni dell’850esimo anniversario del martirio. Un ulteriore passo di avvicinamento e dialogo tra chiesa cattolica e comunione anglicana.

Un dialogo portato avanti con vigore negli ultimi anni. Nel 2016, per la prima volta, la Roayl Chapel di Londra è stata aperta ad una celebrazione cattolica.

E’ stato poi l’arcivescovo Moxon, che fino al 2017 ha fatto da tramite tra le due chiese, a poter celebrare per la prima volta i Vespri anglicani il 14 marzo 2017. Un evento – ricordano gli storici – che faceva seguito alla visita di Papa Francesco nella parrocchia anglicana di Ognissanti a Roma, la prima visita di un Papa ad una parrocchia della comunione anglicana.

Ottimi, poi, i rapporti di Benedetto XVI con l’arcivescovo Justin Welby, primate anglicano. I quali, negli ultimi tre anni, si sono incontrati per ben tre volte: il 13 giugno 2013, il 14 giugno 2014 e poi in occasione dei Vespri di San Gregorio al Celio il 3 ottobre 2018, nel corso di un evento tutto modellato sulle relazioni ecumeniche, perché si festeggiavano anche i 50 anni dell’Anglican Center di Roma.

Ma non c’è solo lo storico trasferimento della tunica di San Thomas Becket a concretizzare il dialogo ecumenico sempre più strategico nella diplomazia di Papa Francesco.

La vicenda, infatti, è stata preceduta dalla traslazione delle reliquie di San Nicola a Mosca e San Pietroburgo, e quelle di San Filippo a Smirne, in Turchia. Altri due avvenimenti che tessono la storia del neo ecumenismo e del sempre più forte spirito di collaborazione e integrazione nel mondo cristiano. E non solo.

E da rammentare un’altra vicenda lungo l’asse Roma-Londra. Riguarda le spoglie di Sant’Albano e Sant’Anfibalo e la storia di un’altra tunica.

Come la Voce aveva già documentato, si deve a Maurizio Bava, medico napoletano, e Giancarlo Vichi, entrambi cavalieri dell’Ordine religioso anglicano di St David del Galles, Sant’Albano e San Crescentino o straordinario ritrovamento, avvenuto oltre due anni fa, della reliquia appartenuta al manto di Sant’Albano e di Sant’Anfibalo, due martiri della persecuzione cristiana che si scambiarono il mantello in punto di morte al tempo di Diocleziano. Durante la persecuzione il futuro Sant’Albano aveva dato rifugio ad un prete cristiano, che lo convertì. Quel prete sarebbe divenuto poi Sant’Anfibalo. I due si scambiarono abiti e mantello affinché il prete sfuggisse alla persecuzione. Per questo l’imperatore lo fece decapitare. La testa di Sant’Albano, secondo la tradizione, rotolò giù per la collina fino ad originare una sorgente, denominata poi Fonte Santa (Holywell) per le sue proprietà miracolose. In quel luogo preciso fu edificata nel 1154 la cattedrale di St Albans – che custodisce oggi la reliquia ritrovata a Napoli – per volontà dell’ultimo papa inglese, Adriano IV, novizio del convento di St Albans.

Il frammento di quel manto, trasferito poi in Inghilterra per la festa nazionale di Sant’Albano e custodito nella cattedrale di St Albans (nella contea di Hertfordshire) per la venerazione dei fedeli, rappresenta oggi un rinnovato suggello della pacificazione fra le religioni cristiane che venerano Sant’Albano e Sant’Anfibalo: cattolica, anglicana ed ortodossa. Nel segno di quell’ecumenismo religioso che costituisce l’autentica vocazione spirituale di quest’ordine cavalleresco, in perfetta sintonia con la visione di Papa Francesco.

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