26/27 OTTOBRE – LAV IN PIAZZA CONTRO TEST SU ANIMALI E XENOTRAPIANTI

Sabato 26 e domenica 27 ottobre la LAV (www.lav.it) sarà presente in più di 300 piazze d’Italia per chiedere al neo Ministro della Salute Roberto Speranza di confermare il divieto dei test su animali per le sostanze d’abuso, come alcol, nicotina, droghe, e per xenotrapianti. Inoltre, ai tavoli LAV sarà possibile ritirare materiale informativo (e un adesivo) su un innovativo progetto di ricerca sostenuto dalla LAV: da quest’anno, infatti, LAV collabora con il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia-Laboratorio di analisi chimiche tossicologiche di Nutraceutici ed Alimenti, che ha recentemente messo a punto un nuovo modello cellulare multi organo avanzato, in grado di riprodurre il sistema gastrointestinale per studiare attività benefica o tossica, assorbimento e metabolizzazione di molecole (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31273366); attualmente uno dei loro progetti è impegnato nel testare proprio una delle sostanze d’abuso più comuni: l’etanolo. Si tratta di un progetto importante e concreto, avviato da un gruppo di preparatissime giovani ricercatrici: ai cittadini LAV offre la possibilità di contribuire a sostenere questa ricerca innovativa ed etica, attraverso una donazione. La ricerca senza animali ha bisogno dell’impegno di tutti.

“Brindare per gli animali non è affatto un piacere – spiega la biologa Michela Kuan, responsabile LAV Ricerca senza animali – Gli animali, infatti, non reagiscono come noi ad alcol, nicotina e droghe, eppure si continua a sperimentare su di loro gli effetti di queste sostanze, sebbene gli effetti dannosi sull’uomo siano ben noti da tempo! Dal 26 ottobre torneremo nelle piazze, con questa campagna per la quale (a partire dal 2016) abbiamo già raccolto più di 60.000 firme: il neo Ministro della Salute Roberto Speranza ha l’opportunità di orientare la ricerca in materia di sostanze d’abuso garantendone il massimo rigore scientifico ed etico. Nel 2017 l’allora Ministra della Salute Lorenzin concesse di prorogare di 2 anni i termini contenuti nel Decreto legislativo n°26/2014 relativo “all’uso degli animali per fini scientifici”, che prevedeva dal 1° gennaio 2017 l’entrata in vigore dello stop ai test per le sostanze d’abuso e gli xenotrapianti di organi fra specie. Siamo convinti che la ricerca si alimenti con l’innovazione, condizione essenziale perché sia competitiva e utile. Il cambiamento passa anche attraverso le sfide scientifiche: il nostro Paese deve cogliere questa importante opportunità, senza concedere ulteriori proroghe”.

In Italia, le sostanze d’abuso vengono ancora testate su topi e ratti, e quasi sempre senza anestesia, mentre per gli xenotrapianti si ricorre persino a suini e primati. All’estero, inoltre, gli studi sulle droghe sono condotti anche sulle scimmie (macachi, uistitì e babbuini). Con la nostra mobilitazione chiediamo il divieto definitivo di questi test dolorosi e scientificamente infondati: un’importante battaglia, basata sul rispetto del Decreto legislativo n. 26/2014. Questo Decreto, infatti, prevede che dal 1 gennaio 2017 fosse totalmente proibito l’uso di animali per effettuare i test sulle sostanze d’abuso: un passo in avanti che rischia di essere vanificato qualora il suo contenuto venisse ulteriormente disatteso dal Governo italiano.

“Lo sviluppo di modelli sperimentali non animali rappresenta l’unica via per riportare l’Italia su piani competitivi a livello comunitario, evitare fughe di cervelli all’estero, o che i giovani ricercatori affrontino contesti internazionali basandosi su ricerche su animali vecchie di decenni e mai validate scientificamente – sottolinea Gianluca Felicetti, presidente LAV – Un ulteriore indispensabile passo che chiediamo al neo Governo, condiviso da migliaia di persone che hanno firmato le nostre petizioni, è di destinare almeno il 50% dei finanziamenti per la ricerca biomedica e sanitaria, a sostegno dei metodi di ricerca senza animali”.

È sconcertante che dei vizi umani come alcool e fumo, siano ancora testati su animali che, fino a prova contraria, non bevono né fumano e, pertanto, non potrebbero nemmeno abusare di queste sostanze. Si tratta di un approccio alla ricerca criticabile sul piano scientifico, e prima ancora, sul piano etico: basti pensare all’elevato grado di sofferenza che i test effettuati sugli animali comportano, con conseguenze spesso mortali. I cittadini hanno il diritto di sapere con quale efficacia viene impegnato il denaro dei contribuenti destinato a finanziare ricerche criticabili sul piano scientifico ed etico.

LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE IN NUMERI

Secondo i dati più recenti forniti dal Ministero della Salute, nel 2017 sono stati 580.073 gli animali utilizzati a fini sperimentali. Topi e ratti sono i più numerosi, non per ragioni scientifiche ma prevalentemente a causa del basso costo e della semplicità di gestione. Ingiustificabile l’aumento dei cani, 639 nel 2017 mentre l’anno precedente erano 486 (inclusi i riutilizzi), specie, il cui ricorso, prevede misure fortemente restrittive. In aumento anche conigli, furetti, maiali, bovini, pesci, cefalopodi e scimmie (già raddoppiate, salgono a 586). Procedure dolorose per il 46% degli animali. Aumentano a 2.538 gli animali allevati per il solo mantenimento di colonie geneticamente modificate. 1.598 gli animali ancora utilizzati a fini didattici. Si tratta di dati fortemente sottostimati perché non tengono conto di molte categorie come gli animali usati già deceduti, gli invertebrati o le forme di vita non completamente sviluppate, in un calvario al termine del quale arriva la morte.

Qui la locandina della manifestazione.

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