Eletti fuori dal coro

L’incipit del nuovo che in Italia avanza nell’area calda del voto per il governo del Paese e delle istituzioni locali, si chiama Conte, l’avvocato senza tessere di partito, che dopo il prevedibile rodaggio, dimostra la chiara vocazione a gestire il ruolo di premier privo di subordinazione a  chi lo ha eletto. Non è novità di poco e la rivoluzionaria innovazione, se prevarrà la coalizione 5Stelle-Pd in Umbria, è destinata estendersi nelle successive tornate elettorali di Regioni, Comuni, Enti perché no, e istituzioni parallele. La scelta di personalità con chiari requisiti di competenza, sconnessi con gli interessi di questo o quel partito, potrebbe diffondersi anche oltre i confini italiani e bonificare l’intero sistema politico. Localmente eviterebbe, per esempio, che a Napoli la straordinaria unicità della  Città della Scienza, sia privata dei fondamenti per cui è giudicata un’eccellenza culturale con la nomina a presidente di un politico di lungo corso qual è Riccardo Villari. Democristiano alla corte di Scotti, Villari si iscrive al Partito Popolare di Buttiglione, poi ai Cristiani Democratici Uniti. Diventa deputato  e senatore sostenuto dal Polo delle Libertà. Poi passa all’Udeur. Nel 2001 è deputato con i voti dell’Ulivo. Un anno dopo aderisce alla Margherita. Nel 2006 è rieletto con l’Ulivo. Due anni dopo, fulminato sulla via del Pd diventa senatore con i suoi voti. Espulso dal Pd, passa al Gruppo Misto e in seguito  si scopre radicale.  Dura poco. Sceglie il Movimento Autonomie di Raffaele Lombardi, ma non è sazio di salti della quaglia e allora passa a Coesione Nazionale, per sostenere Berlusconi. Viene ripagato. Diventa senatore con il popolo delle Libertà, a Forza Italia. Si sgancia aderisce da indipendente a Grandi Autonomie e Loibertà-Unione democratici cristiani e democratici di centro. Che accidenti c’entra con  la Città della Scienza?
Vittorio Silvestrini, scienziato, ideatore della Fondazione: “Sciacallaggio della politica. Credo che pensare a una struttura scientifica governata da politici equivalga a condannarla a morte. Mi fa male dirlo e pensarlo, ma Città della Scienza ha chiuso il suo ciclo”. Lo dice dopo aver appreso che il futuro presidente sarà Riccardo Villari, attualmente presidente del circolo del Tennis, indicato da De Luca, governatore della Campania, con l’obiettivo di ottenere in cambio sostegno alle prossime elezioni regionali, magari con la  ventesima sigla elettorale del buono per tutte le stagioni. Villari alla posto di Giuseppe Albano, accreditato di integrità, professionalità e indipendenza, commissario straordinario che in  un anno e mezzo ha liberato Città della Scienza dalla morsa degli appetiti dei singoli per riaffidarla alla sua indipendenza sociale”. Allora,  benvenuto all’accordo demostellato sulla nomina di personaggi estranei ai Partiti per la guida delle istituzioni.
Non c’è governo, vecchio o nuovo, che non si appunti sul petto la medaglia della lotta all’evasione fiscale e sono decenni che la promessa di azzerare il buco di oltre cento miliardi di tasse non pagate rimane una pia e inevasa buona intenzione. Al suo esordio il governo demostellato fa suo l’impegno a non aumentare l’Iva, che infliggerebbe all’Italia un nuovo balzello. Per mantenere la promessa è però indispensabile disporre di molti miliardi e il recupero dell’evasione fiscale, sembra ovvio, coprirebbe ampiamente l’esigenza. Allora perché infierire sui consumi e tassare bibite e biglietti aerei? Perché non agire fiscalmente e in progressione sui beni di lusso, come le auto di grossa cilindrata, gli yacht milionari, i redditi dei più ricchi? Non è un buon esordio e tra l’altro offre spunti aggressivi al livore da frustrazione di Salvini, della Meloni. In aperta contraddizione con il surplus delle tasse su bibite e voli è una battuta di Zingaretti: “Le tasse le ha aumentate il governo precedente dove c’era Salvini, autorizzando i Comuni ad aumentare la leva fiscale. Questo governo si è impegnato, e lo farà, innanzitutto a non far scattare l’Iva e ad abbassare le tasse per i redditi medio-bassi” Tradotto: chi non è ricco non sarà penalizzato, ma solo se non beve aranciate e chinotti e non si accosta agli aeroporti.
A proposito di Zingaretti. Prima o poi doveva accadere ed è avvenuto. Il Zingaretti segretario dem ha posato con il Zingarerti Montalbano, per reciproco vantaggio in notorietà. A proposito di Zingaretti: sa larvatamente di vendetta aver rivelato che Renzi gli ha comunicato l’avvenuta scissione con un messaggio via cellulare, con un WhatsApp. Perché non con un picione viaggiatore? È un vero mattacchione il neo leader di “Italia Viva”.
Che tipo il premier ungherese. Viktor Orban, ‘ospite d’onore’ alla festa dei neofascisti di Fratelli d’Italia, sferra un attacco illegittimo, interferisce   nella politica italiana e azzarda un insolente provocazione nei confronti del nostro governo “Esecutivo separato dal popolo”. Tifo da stadio dei festaioli di Atreju. E senti chi parla, il mini duce a stento tollerato dall’Europa. Reagiscono Di Maio e Zingaretti: “Nemico dell’Italia, faccia danni a casa sua”. La Meloni, che il padre eterno le chiuda la bocca:  “Guardiamo all’Ungheria come al modello di un’Europa possibile e diversa”. L’augurio è di vita lunga, ma all’opposizione.

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