Crisi, primo step istituzionale

Anche le pulci tossiscono e la pulce Meloni ha tossito. L’erede di Mussolini, Almirante, Fini, si è infilata in un tunnel senza uscita, appena dopo l’incontro con Mattarella. “Elezioni subito” ha sentenziato e per solidarietà con il compare Salvini ha evocato nientemeno che la Costituzione. Lo ha fatto ha ridosso dell’ultimo insulto alla democrazia dai camerati che hanno celebrato i funerali del cosiddetto Diabolik, con il braccio teso. Gli stessi neofascisti, che con altre frange di un rigurgito del Ventennio impunito dalle forze i polizia e dalla magistratura, sono tra  gli entusiasti follewer di Fratelli d’Italia e di gruppi dell’eversione come Casa Pound e Forza Nuova.
Berlusconi del dopo Mattarella in fotocopia di Salvin i e Meloni: “Destra unita e al voto”
Per quanto surreale, punta estrema del surrealismo, c’è tra i grillini chi riceve richieste di contatto da sudditi di Salvini, che lanciano nel mare dell’irrisolutezza 5Stelle l’amo con l’esca del “Come niente fosse, torniamo fratelli in gialloverde”. Una di queste proposte indecenti ha goduto della contemporaneità di un’intervista a un grillino che non                                                      ha chiuso a  tre mandate la porta dei rapporti con la Lega. Un socio del grillino in questione, l’aggressivo Di Stefano con vocazione alla visibilità televisiva, sollecitato a commentare l’incontro del Pd con il presidente della Repubblica, ha ripetuto come farebbe l’eco, per tre o più volte, “o così, o al voto”. Sulle priorità messe in chiaro da Zingaretti con i cinque punti su cui ragionare, ha brontolato un “Non gli è consentito porre pregiudiziali, a comandare le operazioni siamo noi, prima forza in parlamento”. Come tutti i grillini indottrinati da Casaleggio ha minacciato più volte “Non abbiamo paura delle elezioni”. La frase dice esattamente il contrario e cioè che i 5Stelle hanno paura del voto (non sono  i soli), scottati dalla debacle delle elezioni europee e dai disastri del governo con la Lega. Il tema “non abbiamo paura delle urne”, suona come una minaccia e il motivo è chiaro: ognuno manda un avvertimento ad amici e nemici. “Sei sicuro di vincere le elezioni, sicuro di essere rieletto?”
Ping-pong, campionato della crisi: Zingaretti pone il paletto della discontinuità all’accordo con Movimento (no a un Conte bis), i grillini tifano per il premier uscente. Zingaretti  suggerisce di eleggere Conte Commissario europeo, Di Maio di mandare a Bruxelles un leader dem (magari Renzi, per starne lontano).
Conte e le cose fatte dal governo giallo verde
Il ministro dell’interno Salvini, non competente perché è materia del ministro delle infrastrutture, ha chiuso i porti italiani. Quanti morti ha sulla coscienza e quanti sbarchi si sono succeduti a dispetto del divieto? Le imputazioni che pendono sulla sua testa per sequestro di persona, andranno a sentenza ora che non è più vice premier? Per tutta risposta Salvini ha imposto ai 5Stelle di approvare il decreto sicurezza bis che inasprisce le pene per le navi Ong che salvano i naufraghi in mare. Ecco le cose fatte:
Reddito di cittadinanza
Un flop annunciato. Quanti posti di lavoro ha prodotto il sistema di ricerca  dei cosiddetti tutor. Con quali risultati numerici? Vicini allo zero.
Quota 100
In pensione a 62 anni con 38 anni di contributi. Largo ai giovani? Non è successo e poi il maggior numero di pensionati graverà in misura rilevante sul bilancio dell’Inps, già incerto sulla possibilità finanziaria di garantire le pensioni in un futuro non lontano.
Legittima difesa
Libertà di sparare e uccidere ladri e rapinatori e, com’è già successo, colpire alle spalle anche chi scappa. Eliminato il reato di ‘eccesso’ di legittima difesa.
Decreto anticorruzione
Grazie al lavoro di Cantone il provvedimento prevede l’esclusione sociale a vita dei corrotti, la figura di agenti sotto copertura, l’uso di tecnologie per le intercettazioni, ma anche l’impunità dei corrotti se si auto denunciano e forniscono come individuare eventuali corresponsabili. Il provvedimento, stabilisce che non sia punibile chi ha commesso i reati di corruzione se li denuncia volontariamente, se fornisce indicazioni utili e concrete per assicurare la prova del reato e individuare altri responsabili. Sono inoltre previste norme più stringenti su partiti e movimenti politici:. Sarà obbligatorio rendere pubblici i dati di chi eroga contributi superiori nell’anno a 500 euro a partiti o movimenti politici nonché alle liste di candidati alla carica di sindaco che partecipano alle elezioni amministrative nei comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti.
Alle luce di questo bilancio non ha ragione Zingaretti di criticare Conte per aver magnificato le cose fatte dal governo gialloverde, per aver assolto se stesso e un esecutivo di dilettanti allo sbaraglio? Dov’era il premier che Di Maio vuole ricandidare per l’identico ruolo?   

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