SOFFERENZE MILIARDARIE / INTESA FA 10, MPS 8, UNICREDIT 13

Monnezze dorate. Quando le sofferenze possono generare profitti a volontà. E’ uno dei business che tirano, oggi, quello di acquistare pacchi di spazzatura finanziaria in saldo, e poi generare fette di ricchezza.

Il caso più clamoroso, da noi, è stato quella della SGA (Società Generale Acquisti) che a fine anni ’90 si accollò il bubbone delle sofferenze targate Banco di Napoli. Una montagna di debiti che a tutti sembravano per la gran parte inesigibili. Ed invece negli anni ecco il miracolo di San Gennaro.

Quella piccola società riesce a diventare una gallina dalle uova d’oro, recuperando prodigiosamente il 100 per cento e passa dei crediti ritenuti ormai persi.

Tanto che il governo Renzi ha pensato bene di inghiottire tutto il bottino recuperato, utilizzandolo in parte per risarcire i clienti truffati da Etruria e banche venete.

La sede del Banco di Napoli in via Toledo

A Napoli molti si sentono truffati, depredati. E alcuni avvocati amministrativisti (ma anche penalisti) hanno pensato di intentare una causa per ottenere la restituzione di quel bottino. Del resto, la vicenda del crac Banco Napoli non è stata mai chiarita dalla magistratura, che ha chiuso tutti e due gli occhi sull’operazione che portò alla svendita (appena 60 miliardi di lire!) alla BNL, che dopo un anno rivendè per 6000 al San Paolo di Torino e riuscì a coprire le voragini provocate dalla famigerata filiale di Atlanta. Un colpo unico nella storia del credito made in Italy, da veri Banksters

La story ha fatto scuola, e nel corso degli anni si sono moltiplicate le società finanziarie che hanno pensato bene di diversificare, impegnando un loro ramo d’azienda al recupero crediti & sofferenze perdute.

Adesso – la notizia è di queste ore – il fondo immobiliare Prelios ha puntato su una bella fetta di crediti difficili targati Intesa Sanpaolo. L’ammontare previsto è da ben 10 miliardi, bottino ottimo e abbondante.

Prelios nasce a fine anni novanta come costola dell’impero Pirelli griffato Marco Tronchetti Provera.

Il nome d’esordio in campo immobiliare e finanziario è infatti Pirelli Real Estate. Passa poi sotto il controllo del re dei fondi, Massimo Caputi, lunga esperienza nel parastato (al vertice di Sviluppo Italia – oggi Invitalia – come grande amico di ‘O Ministro Paolo Cirino Pomicino), poi in sella a Fimit che fa capo al gruppo De Agostini, quindi l’era Prelios, mentre ora Caputi guida il fondo Feidos.

Adesso Prelios batte bandiera statunitense, perché oltre un anno fa è passato sotto il controllo del maxi fondo statunitense Davidson Kempner. Mentre alla guida siede un banchiere che ha fatto storia con Unicredit, big Fabrizio Palenzona.

Ma torniamo al palcoscenico delle ricche sofferenze. Anche Monte dei Paschi di Siena sta per entrare in campo, mettendo sul piatto la non disprezzabile cifra di 8 miliardi di euro, tutte da riscuotere. E a chi avrà mai pensato, Mps, di affidare la delicata pratica? Ma alla SGA, che visto il risultato Banco Napoli sulla carta ha tutte le carte in regola per riuscire in un secondo miracolo maradoniano.

Ma la partita più grossa si giocherà in casa Unicredit. I suoi vertici, infatti, stanno pensando in grande: mettere sul piatto verde la bellezza di 13 miliardi di euro problematici, su un totale di 16 in cassaforte.

Riusciranno a vincere la schedina da record?

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