Quelli del “faremo” tagliano le pensioni

Altro che un pacco di pasta per ogni voto favorevole, retaggio del tempo che fu, del comandante Lauro: l’ipocrisia del “tutto va bene” adottata dal governo gialloverde frana clamorosamente alla vigilia del voto per le europee. Salvini e Di Maio, quelli del “faremo”, del rinvio al dopo voto per non influenzare gli elettori, non hanno saputo o potuto rinviare la mazzata che colpisce il mondo dei pensionati con tagli da vampiri. Ne sono informate le vittime delle decurtazioni, il loro voto ne terrà conto? Lo scippo avverrà anche sugli assegni più bassi e da giugno scatterà il recupero di quanto erogato in più (sic!)d nei primi tre mesi dell’anno.
Per Olanda, Irlanda, Slovacchia, Malta, Repubblica ceca, voto anticipato e altrettanti successi dei partiti europeisti. Certo, sono il risultato di exit pole, ma “buona la partenza” e l’auspicio che il trend si confermi. L’incredibile vertice di una Rai sotto occupazione di Lega e 5Stelle, ha trasformato i Tg in comunicati stampa e spot pubblicitari per Salvini e Di Maio. Negli ultimi giorni i notiziari hanno oscurato fischi e urla della contestazione ai due vice premier e ieri sera, nel timore di influenzare il voto a vantaggio degli europeisti, hanno letteralmente ignorato l’esito favorevole ai partiti progressisti o moderati dei Paesi che avevano già votato.
Fiato sospeso in Italia e a voce bassa, per scaramanzia, l’auspicio che anche le ultime malefatte di Salvini gli si ritorcano contro. Dovrebbero boicottarlo i cattolici, dopo le sparate blasfeme del rosario baciato sul palco milanese del comizio di chiusura, votargli contro gli italiani che hanno captato su Twitter i suoi inviti a votare Lega nel giorno del  silenzio tombale, che in qualità di ministro dell’interno avrebbe dovuto far rispettare. Il twitt di Salvini: “Scriviamo il futuro. Domenica voto Lega, stavolta voto Lega”
A proposito di abusi e soprusi,  il pubblico ministero di Bari, Iolanda Daniela Chimenti, non ha convalidato il sequestro di due striscioni esposti nella cittadina pugliese il 21 maggio. Il magistrato ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per vilipendio. Su uno striscione era scritto ‘Meglio lesbica e comunista che salviniana e fascista’, nell’altro ‘La Lega è una vergogna?. Il pm ha ordinato la restituzione dei manifesti.  Si legge nelle motivazioni che “l’uso dell’epiteto ‘fascista’, per caratterizzare l’ideologia politica del segretario di un partito, costituisce una normale critica politica anche se espressa in toni aspri. E’ evidente che le frasi riportate sugli striscioni si riferiscano non già alla persona in quanto tale, ma all’attività e alle linee politiche di Salvini e della Lega e costituiscono espressione di personale dissenso e di personale opinione politica””. Il Pm ha poi scritto: “Affermare che un partito politico è una vergogna ed esprimere il proprio convincimento su omosessualità ed omofobia, sebbene contrapponendolo a quello del leader contestato, sì da dare implicitamente a quest’ultimo una connotazione negativa, costituiscono legittime manifestazione del pensiero scevre da connotati denigratori”.
Si sgomitano Salvini e Di Maio, in gara di solidarietà nei confronti dei 1.8oo lavoratori  licenziati dalla catena “Mercatone. Insomma,  altri “diremo,  faremo”. Il Pd: “Direte, farete? Piuttosto, finora cosa avete fatto?”.

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