GAMBERALE / MARCEL E PHILIP, VI SCRIVO

Una pagina del Corriere della Sera per celebrare l’evento dell’anno. I 12 capolavori di Chiara Gamberale in uscita con “iO Donna”. Imperdibili, da gustare fino al 3 agosto.

Altrettanto imperdibile, da bere tutto d’un fiato, come acqua cristallina che sgorga da una misteriosa sorgente, l’incipit dell’articolo-intervista firmato da Carlo Baroni per le colonne di via Solferino, settore cultura of course.

Scrive la Penna: “Ci sono angoli di noi dove la luce arriva fioca. Ci sembrano già destinati all’oscurità. Particelle di esistenza che teniamo nascoste. Per pudore o paura. O forse per tutt’e due. Eppure vorremmo che gli altri se ne accorgessero. Lanciamo segnali e ci sentiamo come quei naufraghi che nell’oceano vedono un puntino che può essere una nave o un gabbiano. Ci sbracciamo lo stesso. Cominciano a gridare. C’è chi queste inquietudini le vede. Perché le aveva già dentro. Si riconosce negli altri. Le sa raccontare. Chiara Gamberale scrive di naufraghi del quotidiano. Che non significa che andranno di sicuro alla deriva”.

Ma chi era Hemingway?

Continua il neo Vate di via Solferino nel suo peana alla Maestra: “La sua zattera (poi è diventata una barca splendida, con le vele sempre alzate), è stata, è la scrittura. ‘Scrivere – racconta – è l’unico rimedio che ho trovato per sopportare l’esistenza. Una vocazione autentica. I miei genitori facevano lavori che niente avevano a che fare con la letteratura. Non vengo da un contesto intellettuale”.

Per inciso, il padre, Vito Gamberale, è stato uno dei maggiori imprenditori un tempo di Stato, mister Telecom, ed ora naviga fra i ricchi mari dei Fondi. A vele sempre alzate.

Eccoci ad un altro passaggio mitico nella piece griffata Baroni: “L’eterna domanda. Per chi si scrive? ‘Non penso solo ai lettori. Non credo ai libri scritti a tavolino. Ma non scrivo neanche storie solipsistiche. E un po’ come quando fai l’amore: lo fai per te stesso o per l’altro?”.

Subito dopo due memorie scolpite dentro: “Marcel Proust scrive di un amore nel quale era difficile identificarsi. Eppure riesce a rendere universale il suo racconto”. “Proust mi ha cambiato la vita. E più di recente Philip Roth. Quando è morto ho provato il dolore di quando viene a mancare una persona cara”.

Tra geni…

 

Nella foto Chiara Gamberale

Lascia un commento