Volare, oh,oh, sbafare…oh,oh…oh oh

Avviso agli internauti in confidenza coni motori di ricerca. Rileggete con attenzione il decalogo del contratto di governo sottoscritto dai Castore e Polluce che si sono cuciti addosso la vicepresidenza del consiglio e ministeri chiave dell’esecutivo, ma senza lasciare la leadership dei rispettivi partiti. Ci voleva la zingara per capire che gli interessi di bottega li avrebbero indotti a fregarsene degli impegni istituzionali per portare acqua al mulino di Lega e 5Stelle? Così è stato e i dioscuri Salvini-Di Maio, in verità più il valpadano, hanno disertato le stanze di palazzo Chigi, emuli dei famosi globetrotter, cestisti funamboli in perenne missione con il loro spettacolare basket. I collaboratori più stretti dei vice premier giurano di non aver mai visto alla cintura dei due il contapassi e pertanto non sono in grado di riferire quanti chilometri hanno percorso, su e giù per l’Italia e nelle sortite internazionali. È invece certo, confermato dagli inquilini di Palazzo Chigi, che Di Maio e ancor più Salvini hanno declassato con margini differenziali cospicui i “filonisti seriali”, ovvero gli studenti che riducono drasticamente la risposta “presente” pronunciato in classe al momento dell’appello. I più rigorosi, tra quanti rispettano il dovere morale di corrispondere con onestà all’incarico ricevuto e adeguatamente remunerato, giudicano l’assenteismo di Salvini motivo probante per mandarlo a casa.

Chi esercita la professione di reporter anche e soprattutto come competenza al servizio dell’informazione, è legittimato a perseguire l’appassionante obiettivo del giornalismo d’inchiesta, teso a raccontare le verità scomode che altri s’ingegnano a nascondere. Nel contratto di governo, potete rivoltarlo come si fa con i calzini, non c’è traccia di privilegi supplementari per il premier, i suoi vice, sottosegretari e portavoce. La Corte dei Conti, investita del delicato compito di controllore della spesa pubblica, sollecitata da un’inchiesta del quotidiano Repubblica, tra l’altro agevole per chiunque volesse condurla, apre un fascicolo per accertare se il ministro dell’Interno abbia usufruito illegalmente di voli con aerei ed elicotteri di Polizia e Vigili del Fuoco per spostamenti veloci nei luoghi dove ha tenuto comizi per la campagna elettorale della Lega. Non abbiamo notizia della struttura operativa della Corte dei Conti, ma diamo per scontato che non disponga di bracci operativi e che in questo caso, per acquisire prove a carico, debba affidarsi alla disponibilità dei vertici di polizia e Vigili del Fuoco che confermino o smentiscano l’inchiesta di Repubblica. Un suggerimento alla Corte dei Conti per snellire la procedura: andare alla fonte, convocare il personale di bordo di aerei ed elicotteri e accertare se hanno trasportato Salvini nei luoghi dei suoi comizi elettorali.

Il ministro nega e che altro potrebbe fare? Forse spera di esercitare l’autorità di ministro per far ‘scopare lo sporco sotto il tappeto’, per condizionare i vertici di polizia e Vigili del Fuoco che sono sotto la sua giurisdizione, come probabilmente ha fatto con altre istituzioni per liberarsi dello scomodo sindaco di Riace, del suo progetto di accoglienza e di inserimento produttivo dei migranti. La contestazione del supposto abuso di potere coincide con l’arresto del sindaco leghista, di un suo vice e di un’assessora, accusati di una nuova tangentopoli in sedicesimo dall’inchiesta “Piazza pulita”, significativo titolo della Guardia di Finanza. E Salvini? “Fiducia nei miei uomini e nei magistrati”. Ovviamente prima nei suoi uomini che nei magistrati (!).

Il commento di Di Maio:Nuova tangentopoli. Sono molto preoccupato per i casi emersi in questi giorni di arresti e indagati tutti per casi di tangenti e corruzione. C’è un’evidenza, ovvero che il sistema dei partiti continua ad essere fortemente inquinato, spuntano tangenti ovunque, giorno dopo giorno e la scelta in vista delle europee sembra essere sempre più chiara: il 26 maggio la scelta sarà tra noi e questa nuova tangentopoli”. Il giovanotto di Pomigliano ha la memoria pre elettorale piuttosto corta e glissa sui casi di grillini incappati nella rete della giustizia. Come terapia i medici consigliano cure di fosforo e mangiate abbondanti di pesce che ne è ricco.

Alé, alé: dopo Roma, Bologna, Rimini e un altro nutrito pool di città dell’antirazzismo, Napoli aderisce con generosità alla campagna nazionale delle lenzuola esposte ai balconi e oggi, in coincidenza con l’arrivo in città di Salvini gli dà il benvenuto con una serie di striscioni con scritte che non lasciano dubbi sull’idilliaco rapporto con la Lega: “Napoli non ti vuole, Salvini statt a casa”, “Salvini i “terroni” non dimenticano, via da Napoli”, “Mai con Salvini”, “Napoli non si lega”, ”Napoli ti odia, non abbiamo bisogno di sciacalli” “Cerchi voti al sud per portarli al nord. Vattene Salvini”. Fosse che l’Italia si va destando?

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