C’è libertà e libertà

Per capire il ‘torto o ragione’ del confronto a distanza, non precisamente amichevole, tra Saviano e la polizia vanno consultati con meticolosa attenzione i codici. Esaurita l’operazione non c’è traccia di commi che vietino di stendere al bancone uno striscione come quello esposto da una donna di Salerno con la scritta “QUESTA LEGA E’ UNA VERGOGNA”. Eppure, poliziotti hanno bussato alla porta della “colpevole” e le hanno intimato di ritirare lo striscione per non incorrere in un reato. E il sacrosanto diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero? Domanda: da chi è arrivato l’ordine, dal momento che a poca distanza era in corso un comizio di Salvini?

Andiamo avanti. Ragazzi, evidentemente critici nei confronti della selfimania del ministro dell’Interno, gli hanno chiesto di concedersi alla videocamera degli smartphone e ottenuto il consenso gli hanno chiesto “Che fine hanno fatto i 49 milioni della Lega”. Un paio di ragazze gli hanno contestato l’omofobia baciandosi, eccetera. Risultato? Telefoni sequestrati. Per ordine di chi? La risposta è proprio ovvia. Che altro aspettarsi da chi anziché applicarsi per garantire la sicurezza degli italiani gira l’Italia come una trottola per acchiappare voti e a Forlì, non autorizzato, si esibisce dal balcone del palazzo comunale di dove a suo tempo Mussolini aveva assistito al massacro di partigiani? Il parafascista vice premier, per capire di che parliamo, assolve i militanti di estrema destra dall’evidente reato di apologia del fascismo spacciandola per libertà di pensiero e impedisce a una cittadina, la donna d Salerno, di contestare la Lega.

Nessun dubbio. La guerriglia in corso 5Stelle-Lega, con vistose e reciproche turbolenze, conferma che l’unica preoccupazione dei due compari gialloverdi è di arraffare voti il 26 di Maggio. Che l’economia del Paese sfiori l’orlo di un baratro, con le pericolose conseguenze sul futuro degli italiani, non è cosa loro. Sbaglia chi osservando la determinazione dei grillini nella guerra a Siri crede alla loro coerenza con il sacro principio dell’etica. L’espulsione del sottosegretario leghista dal ruolo di governo è solo un colpo di bazooka indirizzato all’alleato e nemico nella competizione elettorale delle europee.

E cos’è il plagio di Di Maio del tracotante e razzista editto salviniano “prima gli italiani?”. Il vicepremier pentastellato lo ha trasformato in “prima i romani”, per prendere le distanze dalla sindaca di Roma, solidale con la famiglia di rom assediata da una folla di scalmanati per impedire l’ingresso in una casa popolare di Casal Bruciato regolarmente assegnata. Pur di fare il “duro”, in squallida competizione con il “ce l’ho duro” leghista, il pavido Di Maio ha rinnegato l’ombra residua del principio i solidarietà del progetto 5Stelle, per non finire schiacciato dal rullo compressore cingolato del Carroccio. Il mite ‘grullino’, ha mollato la Raggi, difesa ad oltranza in mille altre circostanze e ha profittato dell’episodio per cavalcare lo scontento della capitale per la pessima gestione del Campidoglio. Che ne sia consapevole o no, si è perfino schierato con il truce soggetto di Casa Pound, il giovane che ha insultato la donna rom in procinto di entrare nella casa assegnata alla sua famiglia con la minaccia “ti stupro”.

È il 17 il numero di giorni che ci separano dal voto per l’Europa. A prescindere dalla scaramanzia, si tratta di due settimane e un po’, in cui riflettere prima di entrare in cabina con la scheda su cui mettere una X. Questa è l’Italia del non governo, del mix di incompetenza e assalti ai fondamentali della democrazia, di neghittosità intrisa di razzismo e tolleranza per il nazifascismo che Salvini assolve spacciandolo per diritto alla molteplicità di opinioni politiche. Il suo peggio è nella difesa delle edizioni generate da Casa Pound, dell’editore del suo libro autobiografico che ha violato la legge e la Costituzione. Non c’è traccia, per il momento, di un’iniziativa della magistratura per l’arresto di Francesco Polacchi, delle edizioni edizioni Altaforte, ma solo l’apertura di un’indagine. E che c’è da indagare se ha dichiarato “Sono fascista, Mussolini è il miglior statista italiano, il vero male del Paese è l’antifascismo , mafia culturale?”

Polemizzo con chi si appassiona ai titoli da prime pagine della cronaca rosa, satura di notizie h24 sulla gravidanza, il parto di Meghan, l’assistenza psicofisica di Filippo, la nascita di Archie Harrison, Mountbatten, Windsor, la carezza di nonna Elisabetta al pargolo, le corrispondenze da Londra per Tg e programmi televisivi di intrattenimento. Polemizzo e sono preda d sgomento: ma chi se ne frega e soprattutto, come non capire che è uno dei tanti diversivi messi su per sedare la coscienza popolare maltrattata dall’ingiustizia sociale? Sport e gossip sono l’oppio dei poveri.

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