Di balcone in balcone

Prossima tappa Palazzo Venezia, fantapolitica? Dal balcone usurpato per diffondere l’allucinante-allucinata oratoria del duce, in camicia nera e completamente rapato per solidarietà virtuale con il duce, mascella contratta e voce stentorea, il farneticante numero uno del Carroccio annuncia la nascita del nuovo simbolo e mostra al popolo , la elle di Lega trasformata nel fascio littorio, mentre sfilano balilla e avanguardisti con sottofondo di “Giovinezza, Giovinezza…”.

Fantafascismo o solo una facile predizione di quanto potrebbe accadere se la magistratura non si deciderà a stroncare la baldanza impunita dei nazifascisti e contemporaneamente non insorgerà chi deve opporsi politicamente a rigurgiti del Ventennio.

A Forlì, la tracotanza tipicamente fascista di Salvini ha sorpassato ogni limite di tolleranza. Nel ruolo di segretario della Lega e non di ministro, tiene un comizio elettorale affacciato al balcone del palazzo comunale, lo stesso da dove Mussolini aveva assistito a un massacro di partigiani. Anziché sperare che l’insulto passasse inosservato, il razzista, xenofobo, sovranista, ha commentato su Facebook “Uno spettacolo ieri sera! Comizio sotto l’acqua affacciato dal balcone sulla piazza principale di Forlì!” Il sindaco della città Drei: “Usare la funzione di ministro dell’Interno per occupare ogni spazio al di fuori dei regolamenti comunali, confondendo il ruolo istituzionale con quello del segretario di un partito, è un dispetto ai valori costituzionali basilari su cui si fonda l’Italia. Una brutta serata purtroppo per la nostra città, un pessimo modo di fare campagna elettorale, non all’altezza della storia democratica di Forlì”. La Cgil locale “Uno sfregio alla piazza intitolata alla memoria di Aurelio Saffi, che custodisce il sacrario ai caduti per la libertà a memoria dei 465 giovani partigiani morti per restituire la Democrazia e la libertà alla nostra città e al nostro Paese”. In piazza un gruppo di contestatori e cori contro Salvini: “Scemo, scemo, siamo tutti antifascisti”.

In margine alle sempre più consistenti contestazioni, la notizia delle dimissioni del caporedattore Rai dell’Emilia, per non aver vigilato sull’indecoroso servizio di due minuti realizzato da un suo giornalista. Interviste ai “camerati” che a Predappio hanno commemorato Mussolini con slogan fascisti e saluto a braccio teso.

A proposito dello “scemo , scemo” che gli hanno indirizzato a Forlì. Vantandosi per la reintroduzione dell’educazione civica delle scuole, il ministro, che con la scuola c’entra come i famosi cavoli a merenda, ha esternato la mirabolante idiozia del ritorno al grembiule per gli alunni: “Bisogna riportare ordine e disciplina”. Magari con manganelli e olio di ricino. Il presidente  dell’associazione nazionale presidi Giannelli: “L’emergenza è un’altra. Abbiamo solai e controsoffitti che crollano ogni giorno nelle scuole. E’ urgente intervenire. Invece si pensa a prendere le impronte digitali ai presidi, misura che costerà 100 milioni di euro”.

Non c’è traccia di reazioni del “ce l’ho duro” di Pontida alla notizia di un ragazzo con la testa che funziona. Il figlio di Roberto Maroni, storico leghista, si candida nella lista civica di centrosinistra nel comune della provincia di Varese a sostegno del sindaco uscente Lozza, del Pd.

Per Salvini, brutte notizie anche dal fronte internazionale. Il sodalizio con il premier ungherese Orban, che nei piani dei due sovranisti dovrebbe prefigurare un’Europa di destra, riceve un perentorio stop da Sesbatian Kurz, premier austriaco e da Markus Soeder, leader dei cristiano-sociali bavaresi associati Merkel. “Respingiamo la cooperazione con i populisti di destra. L’Europa è in pericolo. Comincia a frantumarsi in alcune sue parti perché c’è chi vuole smontarla. Un patto con i populisti sovranisti significherebbe la fine dell’Unione europea”. Kurz: “Non vedo proprio niente di positivo in una cooperazione con partiti come quello di Marine Le Pen in Francia o l’Afd in Germania, che chiedono di abbandonare l’Ue”.

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