Governanti o guerriglieri?

Grillini in formazione di assalto al forte leghista e il Carroccio non sta a guardare. Le scintille per accendere il fuoco nemico non mancano. Salvini minaccia di marciare su Roma per certificare l’estensione nazionale dell’invasione barbarica e non bada a spese. Dà dell’inetta alla Raggi, agevolato dall’ultima news che cala come un maglio distruttore sul Campidoglio. La magistratura nega l’archiviazione dell’indagine a carico della sindaca per abuso d’ufficio nella vicenda dello stadio di calcio di Tor Vergara. L’accusa è dell’ex grillino, l’architetto Sanvitto e si sovrappone ad altre denunce di ex in tema di rifiuti e piani urbanistici, oggetti di inchiesta della magistratura. Centinaio, ministro dell’agricoltura salviniano, si unisce al coro di giustificazioni per il caso Siri e minaccia “Stop alle liti o sarà meglio andare al voto anticipato”.

I 5Stelle caricano i cannoni a lunga gittata e sparano sugli amici-nemici. Roberto Fico non usa perifrasi. Salvini? Razzista e fascista. Il movimento mira a due obiettivi facili da centrare. Uno è in seno al governo gialloverde, il sottosegretario leghista Siri, indagato per corruzione e i suoi rapporti con Arata, imprenditore agli arresti, ma anche per aver patteggiato l’accusa di bancarotta. Sullo sfondo ingerenze mafiose della cosca Messina Denaro. L’altro colpisce il cuore della, Lega, il sottosegretario e alter ego di Salvini Giorgetti per il contratto di consulenza stipulato con il figlio di Arata. In due parole c’è di che temere connessioni del governo a trazione leghista con i clan di Cosa Nostra?

Sta per esondare, con rischio tsumami, l’invaso delle reciproche accuse? Salvini dice (ma sarà vero?) di voler gettare acqua sul fuoco, i 5Stelle, spaventati dall’escalation di consensi ai leghisti, esasperano le provocazioni, con il tiro incrociato Di Maio Fico, Toninelli. Salvini minaccia: “Se i 5Stelle non mettono la parole fine agli attacchi si mette in discussione il finanziamento ‘salva Roma’”. E l’Italia? Subisce le conseguenze della guerriglia.

L’inerzia della magistratura, che non punisce il reato di apologia del fascismo, induce i nostalgici del ventennio a fregarsene della Costituzione e della legge che la vieta. In quel di Vibo Valentia, città primatista in negativo per infiltrazioni mafiose e pessima qualità della vita, tale Maria Limardo, candidata dei Fatelli d’Italia alle europee, in tour propagandistico ha reso omaggio a Caio Giulio Cesare (nome che è tutto un programma) Mussolini, con l’inequivocabile saluto romano a braccio teso, ripetuto per chi non lo avesse apprezzato al primo apparire. Parole testuali della Limardo: “È nota la mia appartenenza alla destra sociale, la mia storia politica. Mia nonna è stata segretaria del Fascio”. Non basta. Lucio Dattola, consigliere comunale di Reggio Calabria, l’ha imitata con accompagnamento sonoro di un “A noi”. Il sindaco ha ordinato (finalmente!) all’avvocatura civica di verificare se ci sono gli estremi della denuncia per apologia del fascismo. Meglio la procura di Catanzaro che ha proceduto d’ufficio contro i militanti di Casa Pound e Forza Nuova per aver salutato a braccio teso il feretro di Nando Giardini, fondatore della destra calabrese. All’uscita dalla chiesa, per tre volte il saluto romano di un gruppo di giovani e l’urlo “presente, camerata Giardini”.

In piazza: per la difesa della democrazia, l’antifascismo, il rispetto della Costituzione, contro pericolosi e impuniti rigurgiti sempre più espliciti e spavaldi. In piazza e “Bella ciao”, bandiere della pace, della solidarietà, dei valori della resistenza. In piazza, prima che sia troppo tardi.

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