Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così…

Siamo così. Molti esemplari dell’umanità ferita da chi oltrepassa i limiti della tolleranza. Incontriamo un uomo, una donna o chicchessia, giudicato per ripetute verifiche antipatico, invadente, presuntuoso e cambiamo strada per evitare ogni contatto. Il comportamento, ai meno severi potrebbe apparire un eccesso di giustizialismo caratteriale, ma li smentisce un convincente antidoto, ovvero il faccione da rubicondo zappatore di Salvini, con tutto il rispetto per gli apprezzati lavoratori della terra. Che dire, già apparizioni sporadiche dell’usurpatore, che s-governa l’Italia nel ruolo di vice premier e ministro dell’interno, ma soprattutto di predatore con rostro appuntito e unghie affilate, provocherebbero moti di ripulsa e possibili conati di vomito. E sarebbe niente di fronte alla sistematica, barbarica invasione dei media, che ci induce a mane e a sera, a disertare ascolto e visione di TG e salotti televisivi. Esageriamo? L’osservatorio di specialisti Eurispes, nel suo ultimo step di analisi sui media, dice che il suddetto Salvini, con la complicità di Rai e consorelle è maglia rosa con largo margine di vantaggio sull’intero pool di politici allo sbaraglio, a ogni ora del giorno, della sera e della notte. Un incubo il descamisado, le sue felpe griffate per ogni luogo del Paese e ogni circostanza, le divise di poliziotto, vigile del fuoco, guardia giurata, finanziere, forestale, guida alpina, sommozzatore, geniere, ammiraglio, mozzo della Vespucci, capo stazione, aviatore, pilota di formula 1, devoto della Madonna del Rosario. Hanno scannerizzato le sue presenze televisive. Tra Ottobre 2018 e Marzo 2019 ha collezionato l’incredibile numero di 871 presenze nei titoli di tg delle sette testate generaliste, in prima serata. Arranca Conte, presidente del consiglio con 682 presenze e il più “timido” Di Maio ne conta 656, Mattarella 174. Maramaldeggiando per il doppio ruolo di ministro e vice premier, la bocca di Salvini si è aperta a iosa per sparare balle, sempre nei sette Tg. Ha occupato 10 per cento dello spazio totale, contro il 9% del collega vicepremier, il 6,78 di Conte, il 4,29 % del presidente della Repubblica. Il Pd? Un fantasma, un soggetto trasparente. Assente fino all’era Zingaretti, che nel periodo indicato è stato visibile per il numero a indecente di 62 volte, dalla 8 di Ottobre alle 37 di Marzo.

Il bilancio sorprende solo chi non è edotto sull’occupazione gialloverde della Rai. E per esempio: il direttore del Tg2, ex abrupto fulminato sulla via del Carroccio, ha fiutato che aria tirava politicamente e ha ripagato Salvini della nomina. Gli riserva il 16,7% di visibilità , più che dimezzata nello score del Tg3. I novelli padroni della Rai aborrano il democraticissimo confronto diretto tra leader politici. Proprio non ne vogliono sapere e la ragione non è tecnica e neppure ostile per dubbi sulla capacità della Tv di orientare gli elettori. La loro scelta è categorica, cioè: la Rai è nostra? E allora la campagna elettorale la facciamo a nostro uso e consumo e della par condicio chi se ne frega. Siamo. Già visto. Salvini, in barba alla legge elettorale, ha trasgredito all’ordine del silenzio nei giorni che hanno preceduto i voti delle regionali e in pieno orario di voto.

Il Pd minaccia “proteste clamorose” e si deve sperare che non imiti i partiti d’opposizione, che proposero il boicottaggio del canone Rai quando era al governo il centrosinistra. Personalmente approccio i telegiornali con l’indice sul telecomando. Scavalco tutti i minuti riservati a titoli, articoli, interviste e servizi redazionali su Lega e 5Stelle e dò un’occhiata a quanto accade nel mondo, sempre che non abbia legami diretti o mascherati con i gialloverdi.

In Slovacchia non ha vinto la destra. In Turchia Erdogan si lecca le ferite della sconfitta elettorale nella capitale Ankara, a Instanbul e Smirne, in Italia sono una marea combattiva le donne che contestano la giornata bizzoca della famiglia, tornano a manifestare in piazza gli studenti, il papa giudica irricevibile Salvini, il consenso dei 5Stelle va giù ad ogni sondaggio, l’Europa boccia la politica economica del governo gialloverde, si associano la Confindustria e l’Istat a presidenza filogovernativa, le agenzie mondiali di rating. La Cgil sembra rivitalizzarsi con la segreteria di Landini. Che dire, il colore sbiadito del tramonto tende moderatamente al rosso…

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