TAV / SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULLE ‘NDRINE IN VAL DI SUSA

Fresca sentenza della Cassazione sul Treno ad Alta Velocitàed in particolare sulle massicce infiltrazioni della ‘ndrangheta nei lavori e nei cantieri in Val di Susa.

La maxi inchiesta è cominciata 5 anni fa per impulso della procura di Torino, quando ha preso il via la cosiddetta “Operazione San Michele”.

Al centro delle indagini appalti e subappalti sui quali gli inquirenti avevano puntato i riflettori; lavori entrati nel mirino di alcune ‘ndrine calabrese e le società di riferimento. In particolare una, Toro srl, aveva suscitato non poco interesse da parte dei pm torinesi.

Una “locale” tra le più “attenzionate”, quella di San Mauro Marchesato.

La sentenza definitiva della Cassazione appena pronunciata conferma la galera per 8 imputati.

Ma soprattutto testimonia ancora una volta – qualora ce ne fosse bisogno – che la presenza delle ‘ndrine in Piemonte è ormai un tumore cominciato da anni e che ha prodotto le sue inevitabili metastasi. E il TAV è stato, è, e continuerà ad essere – fino a che non verrà fermato, stante il suo devastante impatto sotto il profilo economico ed ambientale – una fonte di interesse primario per le mafie, in particolare quelle calabresi, da almeno vent’anni a dettar legge in Piemonte, in Val d’Aosta e in Liguria.

Lo stesso copione è andato in scena anni fa con le inchieste, i processi e poi la sentenza definitiva della Cassazione a proposito dei lavori e dei cantieri eterni lungo la Salerno-Reggio Calabria. Con i subappalti direttamente gestiti dai clan della camorra per la tratta campana, e poi dalle ‘ndrine lungo tutto lo stivale calabrese.

Un meticoloso lavoro di suddivisione, lotto per lotto, chilometro per chilometro, al fine di far arrivare soldi in quantità a tutte le sigle di riferimento delle cosche. Sotto gli occhi di tutti, e soprattutto delle autorità di controllo (sic) che hanno chiuso gli occhi.

Adesso la sentenza del Palazzaccio. Tanto per rispondere a tutte le Alice nel paese delle meraviglieche tra le variabili nella puttanata “costi-benefici” non considerano mai la voce principale, ossia la basilare presenza delle ‘ndrine nei lavori griffati TAV.

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