CITTA’ DELLA SCIENZA / QUEL ROGO SENZA AUTORI DI SEI ANNI FA

Il rogo a Città della Scienza. Sei anni fa, nella notte del 4 marzo 2013, un incendio distruggeva gran parte dello Science centre fondato dal fisico Vittorio Silvestrini in una parte dell’area ex Italsider di Bagnoli.

Una delle poche iniziative di peso internazionale realizzate a Napoli negli ultimi 40 anni.

Un patrimonio finito in fiamme, esecutori e mandanti ancora avvolti nella nebbia di quelle fiamme assassine. Un’inchiesta da sempre girata a vuoto, sotto i riflettori un paio di dipendenti che avrebbero avuto motivi di risentimento e poco più. Poi zero.

Mentre la camorra che domina nella zona, impone pizzi e controlla le aree da anni, non è stata mai sfiorata da un sospetto. Ai confini della realtà.

Il fisico Vittorio Silvestrini. In alto il rogo di sei anni fa

Molte macerie sono ancora al loro “posto”, scheletri di manufatti incendiati a far bella presenza. Una palpabile assenza dello Stato che si dimostra anche nelle nefaste vicende del dopo Bagnoli, quasi un trentennio buttato al vento per dare un futuro all’area, ottimo e abbondante per “abboffate” di faccendieri e speculatori di ogni razza.

La partecipata del Comune, Bagnolifutura, è finita in crac dopo aver sperperato vagonate di danari pubblici (circa 200 milioni di euro) per consulenze finite ad amici degli amici. Il processo è in corso ma del futuro neanche l’ombra.

Per la ministra Barbara Lezzi tutto ok, tutto sotto controllo, fondi in arrivo…

Torniamo al rogo killer. E soprattutto alla mancata ricostruzione dello Scienze center, che secondo le previsioni elaborate dalla Regione sarebbe dovuto rinascere al massimo per fine 2018. Invece neanche una traccia. I 14 mila metri quadrati rimangono lasciati al loro destino e l’unico polo nato per la divulgazione scientifica di livello internazionale è tornato nell’anonimato.

Il fondatore e presidente onorario Silvestrini sottolinea le inutili bagarre tra Regione e Comune che hanno finito per uccidere una seconda volta il Centro. Tutto – a suo parere – è “bloccato per motivi politici. Non ci sono accordi tra le istituzioni”.

E aggiunge: “so che tanto lavoro fatto da noi con un progetto realizzato da giovani architetti napoletani vincitori di un concorso è ormai del tutto inutile e il nostro edificio resta ormai un’ipotesi sospesa. Restiamo in balia dei contrasti tra Comune e Regione, assistiamo impotenti a tutto questo”. Una tragica sceneggiata che continua.

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