RIFIUTI TOSSICI / OTTIMI E ABBONDANTI PER LE AUSTRADE

Sempre più alla ribalta delle cronache, soprattutto giudiziarie, i traffici di “monnezze” tossiche che dalla Campania arrivano in Lombardia e in Veneto (soprattutto nel padovano). E ora si scopre che per asfaltare non poche superstrade del Nord ai bitumi sono stati allegramente mescolati gli ubiqui rifiuti tossici.

Peccato che le prime storie siano cominciate trent’anni fa e passa, quando ad esempio da Napoli partivano le band dei Casalesi, capeggiati da Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e Mezzanotte, in direzione Villa Wanda, la maison aretina del Venerabile Licio Gelli. Una band di cui faceva parte anche l’avvocato-faccendiere Cipriano Chianese, il “colletto bianco” per anni e anni libero di trafficare monnezze tossiche e solo una decina d’anni fa finito sotto i riflettori degli inquirenti.

La storia degli asfalti che profumano di monnezza, invece, è parecchio più recente. La Voce scrisse la prima inchiesta a maggio 2007, quando al ministero delle Infrastrutture sedeva l’ex pm Antonio Di Pietro, fiore all’occhiello nel governo Prodi.

Ecco l’incipit: “16 aprile 2007. Il ministro Di Pietro tiene a battesimo l’Alba-Asti, 18 chilometri di autostrada, sognata per decenni e realizzata con la lentezza di una lumaca. Pochi giorni prima il pm Vincenzo Paone aveva provato a rovinare la festa all’ex pm: una pattuglia delle fiamme gialle aveva messo i sigilli a 6 chilometri del tracciato perché la pavimentazione non era conforme a quanto previsto dal capitolato d’appalto”. E gli inquirenti avevano scoperto che “sotto il sottile manto di asfalto sarebbero state interrate tonnellate di rifiuti, forse anche tossici. Insomma, sotto l’autostrada un’autentica discarica”.

Ed infatti, i più festosi ad accogliere il ministro Di Pietro furono stormi di gabbiani, che quando sentono l’odorino di monnezze planano bassi.

Un’ANAS del resto in quegli anni nel mirino degli inquirenti, come per fare un solo esempio ha testimoniato l’inchiesta “Robin Hood” dei pm milanesi Giovanna Ichino e Corrado Carnevali, che avevano scoperchiato una vera e propria cupola d’affari, e mazzette al 5 per cento per gli appalti Anas. All’epoca finirono in galera una trentina di personaggi tra cui 10 funzionari della stessa Anas. A ricostruire quelle storie di assalto alle casse pubbliche e lavori al solito malfatti, era stata una gola profonda, ovvero un ottimo funzionario che da anni denunciava quelle ruberie e per questo venne marginalizzato e poi fu costretto a far fagotto dall’Anas: Antonio Lombardo, che ne raccontò di cotte e di crude anche sulla gestione ministeriale e all’Anas griffata Di Pietro, che con la scusa dei “cambi geografici dei funzionari per evitare episodi di corruzione” aveva piazzato tutti i suoi uomini nei posti chiave!

Titolo di quell’inchiesta “Variante 1 a Variante 2”, cui fece seguito, dopo soli due mesi, luglio 2007, un altro reportage, “Anas – Munnezza Way”, dove vengono ancora puntati i riflettori su quella miscela davvero esplosiva, rifiuti tossici mescolati ai materiali bituminosi per realizzare un elegante manto stradale. Questo il sommario: “Una bufera di inchieste giudiziarie investe la società autostradale, impegnata in appalti milionari e fresca di restyling dopo il varo del nuovo organigramma di vertice, capeggiato da Pietro Ciucci e caldeggiato dal ministro Antonio Di Pietro”. Quel Ciucci che regnerà incontrastato per anni, stella polare l’ex pm, fino ad essere cacciato alcuni anni fa per i troppi guai combinati.

Non è finta. Perché il cocktail che sa tanto di malavita organizzata e odora soprattutto di clan dei casalesi va in onda qualche anno fa anche a Firenze, in occasione dei lavori per la nuova stazione TAV, super contestata dagli ambientalisti e soprattutto dalla battagliera associazione gigliata Idra, nata 25 anni fa proprio per denunciare fatti & misfatti targati Alta Velocità. Un’inchiesta delle Procura di Firenze, infatti, ha portato alla luce uno scenario sconvolgente: un paio d’imprese provenienti dall’area di Casal di Principe hanno provveduto a trasportare, mescolare al punto giusto e interrare rifiuti super tossici, un bell’impasto in vista della realizzazione della stazione Tav.

E solo oggi i media scoprono quei gabbiani con la passione per autostrade e stazioni…

 

Le pagine delle due inchieste

 

 

 

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