Fronte sinistr…sinistr…, Zedda ci prova

Funziona il Pd-exit dalla palude dell’inerzia, delle omissioni, dell’inconcludenza e lo attesta il voto in Sardegna. L’apertura ai movimenti civici, in altre parole la storica attenzione della sinistra al disagio sociale e a chi lo assume politicamente, paga elettoralmente. Solo il circolo vizioso dell’establisment dem ha reagito all’exploit di Massimo Zedda con stupore, colto di sorpresa dall’imprevista inversione di tendenza, che ridà fiato al centrosinistra e invita perentoriamente i suoi litigiosi vertici a desistere dalle baruffe e soprattutto dalla linea radical chic che li ha estraniati dal principio fondante della solidarietà operativa per la classe operaia e i ceti sociali più bisognosi. Lezione imparata? No n è ancora tempo di dirlo, ma si può già definire irresponsabile l’eventuale persistenza di casa Pd nella stagnazione di schermaglie precongressuali tra candidati e fazioni correntizie.

E Zedda, è un marziano, è calamita di consensi perché dispensa favori, promette mari e monti, organizza ronde a tutela della sicurezza dei cagliaritani, invade lo spazio totale dei media sardi, regala caramelle ai bambini, recita il rosario in pubblico per catturare la benevolenza dei cattolici, indossa felpe con la scritta viva la Sardegna, pronostica il futuro di campione d’Italia del Cagliari, organizza un festival della canzone alternativo a Sanremo?

Massimo Zedda è il buon sindaco di Cagliari eletto con il centro sinistra quando si dava per scontata la vittoria del centrodestra. È il sindaco rieletto del capoluogo per riconosciuta autorevolezza, sana operatività, coerenza con gli impegni elettorali. E’ il protagonista di un percorso che ha inaugurato a Cagliari prima e in Sardegna, una sorta di laboratorio ispirato alle esperienze di Pisapia e Pizzarotti, a un’alleanza civica per l’Europa, attenta alla esigenze del territorio, lontana dai litigi romani dei vertici dem. “In cinque anni il Comune ha messo in cantiere 280 milioni di appalti pubblici” ricordano i fedelissimi di Zedda. “Dietro quella cifra si è attuata una rivoluzione dolce che ha trasformato Cagliari. Dagli investimenti nei trasporti, che hanno portato la città al settimo posto in Italia per mobilità sostenibile, fino all’attuazione della raccolta differenziata, alla pedonalizzazione di molte strade. Fiore all’occhiello è la riqualificazione del Poetto che da lungomare abbandonato è diventato una delle spiagge urbane più belle dell’intero Mediterraneo. Vinca o meno Zedda, è il simbolo di un dato politico nuovo. A sinistra c’è vita.

Prima o poi i nodi di politiche scellerate vengono al pettine e non poteva evitarlo la scellerata superficialità del comico genovese, colpevole di aver affidato il Movimento a soggetti politicamente imberbi, motivati da ambizioni prive di fondamenta, ubriachi di visibilità, foglie al vento eterodirette dal marpione Salvini,personaggi obnubilati dall’eccentricità della Casaleggio Spa, gaffeur seriali. Sarà duro il risveglio che scalza sogni e chimere, mentre si levano reboanti le voci del dissenso interno, già in tumulto delle batoste elettorali abruzzesi. La senatrice Nugnes: “Leadership di Di Maio? Va messa in discussione”.

E’ probabile che l’esito del voto in Sardegna non concluda anzitempo la legislatura a trazione gialloverde. Non conviene alla Lega, in crescita nei sondaggi e non conviene ai 5Stelle, alla prese con la mazzata elettorale. Si andasse alle urne sic stantibus rebus, il Movimento subirebbe un terzo schianto, probabilmente irreparabile e sullo sfondo c’è comunque la paura di deputati e senatori di non essere rieletti. La Lega, spavalda, ma non troppo, per il mancato bis del voto in Abruzzo, dice a caldo che il tracollo dei grullini non minerà l’accordo di governo, ma a staccare la spina forse converrebbe ai 5Stelle. Eviterebbero nuove figure barbine sui temi dell’accoglienza, di Tap e Tav, delle autonomie regionali su cui Salvini tornerà, mettendo sul tavolo il vantaggio di un nuovo rapporto di forza e il ricatto “Sì Tav, sì autonomie, o subito al voto”.

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