+ EUROPA / DA FINI ALLA BONINO VIA MONTI, ECCO IL CAPO

Pannelliano, finiano, montiano e ora in sella alla creatura di Emma Bonino, + Europa.

E’ questo lo zigzagante cammino politico di Benedetto Della Vedova, fresco coordinatore del movimento che fa dell’Europa la sua ragione di vita e segue genuflesso il Verbo di George Soros, il filantropo Mangiapaesi.

E’ stato eletto, come scontato, al congresso di Milano, dove ha ottenuto il 56 per cento dei suffragi,  quasi doppiando il rivale Marco Cappato, il radicale attestatosi al 30 per cento.

Trionfanti le sue prime parole, non proprio miele nei confronti di nonna Emma: “Ora nasce il Partito”. Tutti gli italiani sono avvisati.

Dopo gli anni trascorsi tra radicali e soprattutto radicalchic, Della Vedova ha coronato la sua marcia  con l’ascesa a Presidente delle truppe pannellate per il triennio 2001-2003.

Ma la vera illuminazione è di qualche anno dopo, quando nel 2009 incontra il nuovo Vate, Gianfranco Fini. Insieme passano sotto i vessilli del Popolo delle Libertà e da allora è regolarmente scodinzolante un passo indietro al suo padrone.

Emma Bonino. Nell’altra foto Benedetto Della Vedova

Quando il sub-ducetto comincia a crescere, non vuol più restare con papà Berlusconi ed esce clamorosamente dal Pdl sfasciandolo, fonda una delle meteore più inutili che abbiano mai fatto capolino nel panorama politico di casa nostra: Futuro e Libertà. Peccato che stavolta il fido Benedetto diventi il terzo in graduatoria: al secondo posto, infatti, c’è un altro fedelissimo dell ‘ex presidente della Camera. Si tratta di Italo Bocchino, che dopo qualche anno – va rammentato – passerà, come portavoce e portaborse (per 10 mila euro mese e rotti), nelle scuderie di Alfredo Romeo, entrambi protagonisti nello scandalo Consip.

Futuro e Libertà dura lo spazio d’un mattino senza che nessuno se ne accorga e Fini viene travolto dallo scandalo della casa di Montecarlo: stragiurando – quando è ancora il numero uno (sic) di Montecitorio – di non saperne nulla di quella vicenda e di quella maison. Che invece conosceva arcibene, tanto da essere oggi sotto inchiesta per riciclaggio.

Torniamo al Benedetto, che dopo le avventure all’ombra del capo Fini decide di abbracciarne un altro, stavolta Mario Monti, sotto i cui vessilli (“Con Monti per l’Italia”) viene eletto nel 2013. E sale a bordo della Scelta Civica che l’ex premier e killer dei nostri conti economici tiene a battesimo. Ne diventa il portavoce ma dopo il rapido flop, scodinzolando anche stavolta, col nuovo capo approda al Gruppo Misto.

Ad inizio 2017 fonda un altro vascello, “Forza Europa”, che evoca tanto la creatura berlusconiana. Quindi l’abbraccio con Emma Bonino e la sua + Europa. Nel frattempo l’Emma cuor radicale ha profuso (e profonde) non poche energie nell’international board della Open Society Foundations del super squalo Soros, il deus ex machina di tante ONG che fanno affari a palate sulla pelle dei migranti e tentano di azzannare le economie dei paesi più deboli.

Sbancheranno in Europa al voto di maggio Emma e il nuovo coordinatore Benedetto?

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