A Natale ti scrivo questa lettera che vorrai leggere se ti capiterà

Ammesso che resti al suo posto fino al 25 dicembre, l’albero di Natale, nella Galleria Umberto I di Napoli e molti altri in Italia, saranno la cassetta postale per le letterine natalizie. Una, redatta dai napoletani, richiederebbe più fogli per contenere un gran numero di desideri. Qualcuno, più pressante: “Caro Babbo Natale, fa che dal cielo venga giù tanta neve da imbiancare il Vesuvio e che sia l’unico evento per questo vulcano distruttivo, perché si dissolvano nel nulla gli insulti che imbrattano gli striscioni negli stadi del Nord con scritte razziste che invocano l’eruzione del vulcano. Per favore, convinci i napoletani, ultimi in Campania, a fare la raccolta differenziata e spegni per sempre le fiamme nella terra dei fuochi. Affida a competenza e onestà il futuro prossimo di Bagnoli e dintorni, luogo abbandonato, di potenziale splendore. Restituisci a Napoli parte dei primati di fine Ottocento nei cento territori della cultura e della produttività. Scegli l’esca giusta per pescare l’impresa disposta a completare i lavori nella via Marina e, se fossi in confidenza con San Gennaro, intercedi perché miracoli il Napoli, sicché possa mettere in bacheca il suo terzo scudetto.

Sull’albero addobbato al risparmio dal Campidoglio i romani invocheranno la nascita di un corpo speciale di bitumatori, che asfaltino strade urbane ed extracittadine per sanare il loro pericoloso effetto gruviera, invocheranno il buon Dio perché restituisca la Raggi al mestiere di avvocato e si dedichi alla famiglia, perché porti arance e altri generi di comfort a Marra, suo ex capo di gabinetto, nella cella di Rebibbia.

Dalle Alpi all’Etna, che i rami di abete spruzzati di ovatta, a imitazione della neve, ospitino appelli al miracolo di restituire l’Italia alla democrazia, presto orfana del “Ce l’aveva duro” Salvini e del “Figlio di papà Di Maio, di Toninelli e della Taverna, del ministro Fontana, noto per aver detto che le coppie di fatto non esistono. Un secondo albero issato sulla cima del monte Bianco, grande quanto basta a essere visibile da Nord a Sud, sia destinatario di missive che chiedono la rottamazione della televisione per massaie modello Grand Hotel, ogni forma di gossip, format di intrattenimento pomeridiano e serale come La prova del cuoco, Fatti vostri, Vieni da me, Il paradiso delle signore, Domenica in, Forum, Il grande fratello, l’Isola dei Famosi.

Via aerea ci sarà spazio anche per la corrispondenza internazionale e i destinatari più gettonati siano il tycoon Usa, al secolo Donald Trump, perché gli si ritorcano contro il revancismo, l’autarchia, i dazi sulle importazioni, la xenofobia, i muri al confine con il Messico, i respingimenti, e la Cina, che inquina l’atmosfera, pratica la concorrenza sleale con l’esportazione di ogni ben di dio prodotto a costi irrisori sfruttando il lavoro sottopagato. Lettere al dispotico Erdogan, ai Paesi razzisti dell’Est ex Unione sovietica accolti dalla Comunità europea con la promessa di espellerli se non si ravvedono.

Messaggi speciali di lunga vita a papa Francesco, Alberto Angela, Camilleri, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, a Mina, Mimmo Lucano, sindaco di Riace, all’eroismo dei Vigili del Fuoco, ai migranti che contribuiscono con il loro lavoro a sostenere il Pil del nostro Paese, al volontariato, a Emergency, Medici senza frontiere.

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