GIALLO SCHWAZER / PROROGA AL RIS PER IL TEST SUL DNA

Ennesima tappa nel giallo di Alex Schwazer, il campione altoatesino di marcia che attende l’esito del test sul Dna dopo le accuse di doping.

Già da alcuni mesi i laboratori del Ris di Parma sono entrati in possesso dei campioni di urina, ma i risultati fino ad oggi forniti al gip di Bolzano, che indaga su tutta la vicenda, non sono soddisfacenti. Per questo motivo lo stesso gip ha ordinato al Ris un supplemento di indagini, super mirate, per chiarire quei punti rimasti ancora oscuri.

A quanto pare, il responso definitivo dovrebbe arrivare entro un mese al massimo, per cui il giallo verrà di sicuro risolto prima di Natale.

Alla procura di Bolzano, poi, è stato depositato un nuovo esposto, che riguarda il fittissimo scambio di email intercorso nell’arco di un paio di mesi (gennaio e febbraio 2017) tra la Federazione Internazionale per l’Atletica Leggera (Iaaf), l’Associazione mondiale antidoping (Wada) e il laboratorio di Colonia, incaricato in prima battuta di svolgere le analisi sui campioni di urina, prelevati – incredibile ma vero – il 1 gennaio 2016 nell’abitazione di Schwazer a Racine: una data del tutto anomala, che ha aperto una finestra di 24 ore (tra prelievo a Racine e consegna al laboratorio di Colonia) di 24 ore, nel corso delle quali può essersi verificata qualsiasi manomissione o alterazione dello stesso campione di urine.

Le email bollenti sono state intercettate da hacker russi e diventate di pubblico dominio. Creando non pochi imbarazzi, soprattutto per Iaaf e Wada, che sulla carta sono degli organismi indipendenti, e anche di controllo (come soprattutto la Wada). Quelle email, invece, gettano una luce ben diversa, niente affatto disinteressata e neutrale.

Staremo a vedere gli sviluppi a breve, con il parere definitivo del Ris di Parma sulla strategica prova del Dna: quelle urine sono del campione di marcia o no? Oppure, in parte sue e in parte di un altro soggetto? Insomma, sono taroccate – e in che modo – o no?

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