EUROSTAT / DATI DA BRIVIDO PER “RISCHIO POVERTA’” E LAVORO

Ultimi dati Eurostat, Italia a picco, o quasi.

Partiamo dal dato-base, di cui spesso si parla a vanvera ma che ora è messo nero su bianco in modo drammatico: a “rischio povertà” è il 20 per cento degli italiani, non quindi una piccola e marginale quota, ma ben 1 italiano su 5. Fino ad oggi cifre farlocche, questo è il dato reale, forse anzi sottodimensionato per una certo timore da parte degli intervistati di palesere le loro vere condizioni economiche.

Un ulteriore indicatore da brividi. Si tratta di un altro drammatico 20 per cento, che stavolta riguarda la cosiddetta bassa “intensità di lavoro”. In soldoni, 20 italiani su cento non lavorano come dovrebbero, come potrebbero, secondo il loro potenziale: quindi una forza lavoro “dimenticata”. Incredibile per un paese che voglia definirsi industrializzato, addirittura il terzo nella hit europea.

In questa speciale classifica della marginalizzazione l’Italia occupa la sesta posizione: peggio di noi  solo Irlanda, Belgio, Croazia, Grecia e Spagna.

Migliorata, grazie soprattutto agli incentivi europei, la condizione di vita in altri paesi, soprattutto dell’est. In pole position la Repubbica Ceca, che grazie ad un favorevole andamento economico, può contare sulla più bassa percentuale di cittadini a rischio povertà in tutta l’Europa.

Positivo anche il trend della Polonia, che ha visto diminuire negli ultimi anni di ben il 10 per cento la fascia del rischio-povertà, utilizzando al meglio i fondi Ue di cui è stata la prima beneficiaria in Europa.

Un tris di nazioni, due dell’est, Bulgaria e Romania, poi la Grecia, sono attestate su cifre comunque preoccupanti: un terzo della popolazione è a rischio povertà.

Insomma, un quadro a tinte che più fosche non si può.

E L’Italia, se non è sull’orlo del baratro, lo vede ormai molto da vicino.

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