DOPING / LE STRANE GIRAVOLTE DI WADA TRA USA E RUSSIA

Continua il paradosso Wada, ossia l’Agenzia Mondiale Antidoping. A finanziarla in modo massiccio sono gli Usa (con ricche sponsorizzazioni) ma a lamentarsene sono poi gli stessi States.

Succede ora con l’improvviso ammorbidimento della stessa Wada nei confronti della Russia, dopo la bufera delle Olimpiadi di Rio e il quasi annullamento delle sanzioni.

Un comportamento che fa drizzare le antenne a non pochi esperti del settore. L’ex capo del laboratorio russo antidoping, Grigorj Rodchenkov, il quale si è dimesso quattro anni fa, si è rifugiato negli Usa ed è diventato una sorta di “gola profonda”, così si esprime: “La decisione rappresenta il più grande tradimento sportivo degli atleti puliti nella storia olimpica”.

E aggiunge, in modo significativo: “Gli Stati Uniti sbagliano a finanziare la Wada che è ovviamente incapace di affrontare il sistema di doping di Stato russo”.

Negli States è in corso un processo che rischia di trasformarsi in una farsa. Ecco il commento al veleno dello stesso capo di Usada, l’Agenzia antidoping americana, e cioè Travis Tygart: “Il processo puzza ed è stato estremamente oscuro come si sia svolto”.

Gli americani, infatti, rischiano pesantemente di “autoaccusarsi”. Il rapporto “McLaren” redatto dal canadese Richard Mc Laren e chiesto dalla stessa Wada, ha infatti focalizzato la sua attenzione sugli allegri sistemi di controllo russi e sul sistematico utilizzo di sostanze dopanti tra gli atleti.

Ma i due organismi che dettano legge al mondo nel settore, la Iaaf (Federazione internazionale di Atletica leggera) e la stessa Wada, fanno solo “finta” di voler trasparenza e legalità nel settore. Come hanno ad esempio ampiamente documentato sia alcune inchieste di importanti quotidiani tedeschi come la Suddeutsche Zeitung, che lo stesso le Monde-Liberation in Francia, nonché il canale televisivo franco tedesco ADR, che da mesi con un vero giornalismo investigativo sta seguendo le piste di doping & affari milionari.

Ecco cosa dice un addetto ai lavori: “Attraverso la Wada gli Usa fanno finta di colpire la Russia per poi poter trattare a certe condizioni. E’ tutto taroccato, le carte sono truccate, e di mezzo ci va la credibilità dello sport e la salute degli atleti. Tutto per portare avanti il gigantesco business”.

All’interno di questo “mondo capovolto” c’è però chi lotta ancora con tutte le sue forze per pulizia & trasparenza, altrimenti meglio mandare tutto al diavolo: sono Alex Schwazer e Sandro Donati, rispettivamente il nostro campione di marcia e il suo preparatore atletico, storico esperto di uso delle sostanze dopanti nello sport e suo fiero oppositore. Alex ha avuto la gran “colpa” di puntare l’indice a metà dicembre 2015, in un’udienza al tribunale di Bolzano, contro le manovre di Iaaf e Wada. Per questo è cominciata subito la guerra contro Alex, atto primo il prelievo del 1 gennaio 2016, le famose urine taroccate, per cui adesso si è in attesa dell’esito finale da parte del Ris di Parma.

“Ci vogliono solo un paio di settimane e poi alla fine il mistero del DNA di Alex sarà chiarito”, prevedono a Bolzano.

C’è da augurarselo, perchè la storia si trascina incredibilmente da oltre due anni e mezzo. Quanto basta per far perdere la voglia ad un atleta come Schwazer di ricominciare? Se lo augurano i moloch dello sport, Iaaf e Wada.

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