ARIECCO MARIO CIANCIO / LA VOCE NE SCRIVEVA 33 ANNI FA

Torna alla ribalta uno dei famosi Cavalieri dell’Apocalisse mafiosa,  Mario Ciancio. Al quale hanno sequestrato beni (soprattutto testate giornalistiche) per centinaia di milioni di euro. Uno

sempre in pista, inossidabile, sempre in affari, con i vari Costanzo, Rendo, Graci, Finocchiaro.

La Voce ebbe il modo di scriverne per la prima volta addirittura nel 1985, una grossa inchiesta dedicata alla ricostruzione post terremoto ’80. E in molti consorzi per la realizzazione di interi quartieri erano impegnati anche loro, con tutta la loro “esperienza”. Da rammentare perché quei consorzi furono il veicolo principale per l’infiltrazione di camorra – e anche mafia – nel settore dei grandi lavori pubblici, come è stata proprio quella mega ricostruzione che ha inghiottito – secondo i calcoli di fine anni 90 –  almeno 70 mila euro, più tutte le integrazioni successive.

A quell’inchiesta collaborò anche Miki Gambino, all’epoca impegnato ne “I Siciliani” di Pippo Fava e poi tra i protagonisti di Avvenimenti.

Un incredibile intreccio di sigle, società, consorzi, quello messo in campo in tutto l’hinterland partenopeo. Una ricostruzione, comunque, che arrivò fino in provincia di Caserta, ad esempio con i super appalti dei Regi Lagni, arrivati a sfiorare i 10mila miliardi di lire per opere che non solo non avevano nulla a che fare con il dopo terremoto, ma che finirono per massacrare quel territorio, da allora in poi sempre più fragile.

Riportiamo, di seguito, la pagina di quell’inchiesta dedicata a Mario Ciancio. Che già allora aveva il pallino di inchiostri e rotative.

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