Ehi tu, trova i soldi, se no che ministro serio sei

Il verbo pretendere, di suo, sottintende autoritarismo di chi con fare dispotico impone con la forza la propria volontà. Pretendere era verbo caro ai gerarchi fascisti che ordinavano ai loro squadristi retate, deportazioni, manganellate, abolizione di partiti, sindacati, distruzione di libri, chiusura di giornali. La parola evoca tempi bui della nostra storia e andrebbe cancellata dal vocabolario della democrazia. A riesumarla è l’“Incompiuto” vice premier Di Maio e se ne serve per minacciare un ministro del suo governo, che da economista lo ammonisce con i conti alla mano, sulla difficoltà di reperire le risorse per far partire il reddito di cittadinanza. “Pretendo”, tuona il giovanotto sovraeccitato, “un ministro serio i soldi li deve trovare”. Per non essere frainteso, Di Maio, fa precedere la minaccia con una “concessione”, temporanea, al collega. “Non ti dimetto” (per ora, ndr).

Ma sappia, aggiungiamo noi, che se fa ancora storie va a casa.

I primi cento milioni all’anno, aggiunge il pentastellato autoreferenziale, verranno dal taglio di 345 parlamentari espulsi con un prossimo decreto legge. Non è ancora la gag del comico genovese (eleggeremo deputati e senatori sorteggiando nomi di cittadini comuni) ma è davvero una buona idea: perché non abolire le regioni, i comuni, la protezione civile, vigili del fuoco, enti di assistenza, l’esercito, le asl…?

Tria: ‘Ridurre carico fiscale

Cosa rischia il giornalismo italiano in questa stagione di sovranismo, populismo, nazionalismo, che consente funerali fascisti, raduni a braccia levate, slogan del Ventennio, parole e frasi di ministri a cui manca solo il letale “alalà, allarmi siam fascisti”? Per il momento che siano tagliate le risorse dei giornali tratte dal gettito pubblicitario (Di Maio annuncia lo stop alle inserzioni delle partecipate statali), le mani sulla Rai di Lega, 5Stelle e Berlusconi (in cambio del suo sì alla nomina di Foa al vertice della Rai), le minacce alle testate critiche nei confronti del governo. Potrebbe sparire dal dizionario di settore la parola notizia, se si intende con questo termine la libertà di informare, che nel mondo assume una grande varietà di termini, in molti Paesi di tutto il mondo: news, nouvelle, noticia, ‘akhbar, eidisesis, hgeter, hoboctn, lajm, aktualnosci, uutiset, hirek, eccetera. L’allarme non è un eccesso di ansia democratica, ma un ammonimento.

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Il buonismo della magistratura dovrebbe commuovere il “Ce l’ho duro” Salvini. Dovrebbe riconciliarlo con i gestori della giustizia. I giudici hanno graziato la Lega consentendogli di pagare settecentomila euro ogni semestre per restituire i 49 migliori truffati allo Stato. Per estinguere il pagamento ci vorranno 80 anni. Ammesso che la Terra esista ancora. Comunque, il patteggiamento sputtana Salvini perché se accetta di restituire il maltolto ammette che la Lega ha truffato lo Stato.

Pedofilia Usa. La diocesi di Brooklyn, New York, Stati Uniti d’America, sborsa 27,5 milioni di dollari per risarcire quattro vittime di abusi subiti da un insegnante di religione. Il risarcimento è uno dei più ingenti nella storia dello scandalo degli abusi della Chiesa cattolica americana. L’accordo extragiudiziario è stato raggiunto due settimane dopo l’annuncio di un’inchiesta civile dell’Attorney general dello Stato di New York sulle molestie sessuali dei preti coperte dalla Chiesa ed eventuali coperture. Domanda: ma il clero americano dove caspita prende una cifra da miliardari e quanti altri milioni ha in cassa, in aperta contraddizione con gli insegnamenti di Cristo?

In tre righe: Calenda, Pd, dopo il fallimento dell’invito a cena di Renzi, e Gentiloni, Minniti: “Il Pd è un partito da psichiatri, merita l’estinzione”. C’è qualcuno che finalmente se ne accorge.

In quattro righe. Condono, Cottarelli, stimato economista, dichiara come farebbe chiunque abbia idee chiare: “Pace fiscale? Ma siamo matti, E’ un classico condono”. La Lega tifa per farlo, i 5Stelle remano contro. “Ma andiamo d’accordo” ripetono come pappagalli Salvini e Di Maio.

In mezzo rigo. Anche questa è l’Italia

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