GIALLO SCHWAZER / ALTRE PERIZIE SUL TAROCCAMENTO DELLE URINE

Maxi udienza al tribunale di Bolzano per il giallo Schwazer, il campione di marcia altoatesino in attesa della sentenza che deve far luce sulla “doping story”, dopo i test sul DNA effettuati dal Ris di Parma.

Una situazione contraddittoria, perchè da un lato il Ris ha effettuato prove solo parziali e di esito poco chiaro, d’altro canto la procura sembra intenzionata a vederci chiaro e ad effettuare ogni sforzo per portare alla luce quella che – agli occhi degli esperti – pare rivelarsi sempre più una vera e propria combine, messa in piedi per delegittimare Alex Schwazer il quale, proprio in un’udienza processuale a Bolzano, aveva osato accusare i vertici di Iaaf e Wada (rispettivamente la Federazione Internazionale di Atletica Leggera e l’Agenziale Mondiale Anti Doping) di non essere autentici garanti nel settore del controllo sul doping.

Un settore nel quale girano miliardi a palate, e sul quale regolarmente Iaaf e Wada da super controllori si trasformano in complici e corruttori. Gli ultimi, eclatanti esempi sono proprio le Olimpiadi di Rio (alle quali Alex non ha potuto partecipare per il taroccamento delle sue urine) che molti giornalisti d’inchiesta, soprattutto tedeschi e francesi, hanno minuziosamente documentato. 

Alex dava fastidio, era un testimone scomodo e per questo viene – dopo appena due settimane dalla sua testimonianza – organizzato un fantomatico prelievo di urine a casa dell’atleta il 1 gennaio 2016, giorno del tutto irrrituale, perchè è di tutta evidenza che si apre una finestra buia di 24 ore dove tutto può succedere e qualsiasi alterazione verificarsi. 

Solo il 2 gennaio, infatti, il corriere consegna al laboratorio di Colonia, accreditatato dalla Wada, la potente Agenzia Mondiale che dovrebbe (ma solo in teoria) controllare la correttezza e trasparenza nel settore del doping. 

Per mesi e mesi le provette sono rimaste a Colonia e a nulla sono servite le sollecitazione del gip del tribunale di Bolzano per la riconsegna. La Iaaf, in combutta con la Wada (come documentato da una serie di e mail intercorse) si oppose con fermezza. E c’è voluta addirittura una rogatoria internazionale del gip Walter Pellino affinchè, dopo oltre un anno, quella riconsegna avvenisse. 

Il tempo trascorso ha indubbiamente compromesso i campioni di urine. Ma la perizia effettata dal Ris – come è stato dimostrato dagli avvocati di Schwazer – è stata incompleta, manca di una serie di elemente significativi. 

Perfino il gip Pellino, a un certo punto della lunga udienza, ha sbottato: “E’ più tutelato il latte di un allevatore di mucche che le urine di un atleta”. 

Dal canto suo, il pm Giuseppe Bramante, ha autorizzato supplementi di “analisi che potranno essere effettuate in poche settimane e anche meno”, come ha commentato il genetista di Schwazer, Giorgio Portera.

La sentenza, quindi, potrebbe anche essere emanata prima di fine anno. 

Un giallo che fa paura a molti, a partire dai colossi dell’atletica e dell’antidoping, Iaaf e Wada, i quali hanno tutta l’intenzione di delegittimare chi li ha accusati e di insabbiare ogni voce che osi contrastare il loro immenso potere, che si traduce inpotere & miliardi. 

La stessa agenzia Ansa, nel commentare l’udienza processuale del 14 settembre a Bolzano, è stata molto cauta. Prima ha raccolto una breve frase di Alex: “C’e l’avevano con me. Speravo che questa udienza fosse risolutiva invece no. Ma andiamo avanti. Non ho più fretta, posso attendere”. 

Poi il commento della stessa Ansa: “Dall’esame – è stato detto – non sono risultate prove evidenti di manipolazione delle urine. Anche la quantità diversa di DNA delle due prove, secondo i periti, non è significativa. La difesa invece insiste nella tesi complottista e ha chiesto ulteriori perizie”.

Gli altri grossi (sic) organi di d’informazione hanno addirittura silenziato la notizia. 

Meglio non disturbare mai i manovratori. 

  

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