Salvineide 15.

Sì dell’Europa alle sanzioni contro Orbàn. Cioè, no della Lega, sì dei 5Stelle. L’Italia, che prende tempo, dovrà pronunciarsi sull’operatività del provvedimento e toccherà farlo al premier Conte. E’ già rissa tra i due alleati, ma Conte come si comporterà? Se dicesse sì farebbe uno sgarro al suo vice Salvini, se dicesse no avrebbe contro il suo vice grillino. Sarà un bel vedere. Per il momento l’evanescente premier tace ed è la sua principale caratteristica.

“Se Salvini fosse nato a Roma il suo soprannome sarebbe Er Bugia”. La vignetta verbale si deve a Nicola Fratoianni, segretario di Liberi e Uguali. “Più che ministro dell’Interno Salvini sembra il ministro delle bufale”. Lo spunto per questo exploit satirico lo fornisce il vice premier “Ce l’ho duro” della Padania che su Facebook torna in modo ossessivo sul tema dei migranti portatori di malattie infettive. Questa volta ce l’ha con la tubercolosi che sarebbe in aumento per colpa dei profughi. Lo sputtana la Società italiana di Medicina delle migrazioni. Smentisce che in Italia vi sia un epidemia di Tbc provocata da migranti e tanti meno che ne sia responsabile un immigrato fuggito dal centro accoglienza in provincia di Vicenza. La Prefettura conferma: “Sotto l’aspetto sanitario non c’è nulla da temere”. Sconfessato il ministro iettatore.

Dove sono finiti i milioni truffati dalla Lega allo Stato? La Procura di Genova indaga per scoprire se una parte di quella cifra è stata occultata in un fondo del Granducato di Lussemburgo. La sentenza esecutiva sulla restituzione dei 49 milioni è in stand by e i sequestri sono momentaneamente sospesi in attesa della risposta dei legali della Lega di restituirli a rate.

Tutti i nodi vengono al pettine. Sentenza di condanna definitiva della Cassazione: un anno e 15 giorni di reclusione per Bossi, accusato di vilipendio. Definì il presidente della Repubblica Napolitano ‘terrone’ e gli rivolse il gesto delle corna durante un comizio. Bossi dovrà pagare anche 2.000 euro alla Cassa delle ammende.

Nella tormentata vicenda del ponte Morandi stavolta il braccio di ferro Lega-5Stelle finisce in parità, con reciproche contusioni. La costruzione del nuovo viadotto sarà affidata alla Fincantieri (un punto per i grillini), ma la Concessione sarà della società Autostrade per l’Italia (un punto per la Lega). Lo sconfitto è Toti, governatore della Liguria di Forza Italia. Non sarà lui il commissario per la ricostruzione.

Ma che bell’esempio di democrazia partecipata nel cuore dell’alleanza di chi ci sgoverna. Le balle pre elettorali di pentastellati e valpadani, all’esame delle disponibilità di cassa, appaiono sempre più come chimere irrealizzabili. I costi delle velleità propagandistiche di Di Maio e compagni ammontano a circa 25 miliardi, quelli del “Ce l’ho duro” leghista a circa 30miliardi. Come l’asino in mezzo ai suoni, il povero Tria, contabile del governo, ammonisce gli uni e gli altri sull’utopia delle promesse, incompatibili con il bilancio dello Stato. Conseguenza del monito: Tria insultato e chissà destinato all’esodo dal governo sotto il tiro incrociato dei gialloverdi.

Inanella gaffe da ignoranza l’“Incompiuto” Di Maio. Con raffinata eleganza lo evidenzia la direttrice del Mar di Taranto. Rivolta al ministro gli comunica di essere onorata di una sua visita al museo più importante della Magna Grecia che ha sede a Taranto. Si riferisce alla proposta su Twitter (oramai i politici twittano a gogò) del vice premier di investire nella città dell’Ilva, “che ne è sprovvista”, in un museo dedicato alla Magna Grecia.

In calo, negli Stati Uniti la popolarità di papa Francesco, colpa dello scandalo sempre più devastante dei preti pedofili e delle copertura omertosa del clero. Intanto esplode il caso Germania. La conferenza episcopale ammette di aver nascosto quasi quattromila casi di abusi sessuali su bambini e adolescenti commessi da preti tedeschi dal ’46 al 2014.

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