Non stanno con Salvini, ovvero salvineide number 15

C’è da sperare che l’Italia democratica esca dal letargo che ha permesso all’allucinante binomio Lega-5Stelle di sgovernare. Sarà anche un segnale minimo, ma non poco significativo: nel corso del programma “Prima Pagina”, sui social è apparso l’invito a esprimere dissenso nei confronti di Salvini con sms a Radio3. In poche ore decine i messaggi: “Mi chiamo XY e non sto con Salvini”. Qualcuno ha coinvolto anche la compagna del ministro: “Non sto con Salvini e non guarderò ‘La prova del cuoco’. La Isoardi (nuova conduttrice al posto della Clerici) mi sta antipatica”.

Il “Ce l’ho duro” di Pontida, il piccolo Orbàn, l’orso (lo definisce così la Isoardi) ministro dell’Interno, si dà una vangata niente male sulla testa. Il suo credo nelle espulsioni dei migranti vacilla di fronte alla sua stessa ammissione sui tempi dell’operazione. “Ci vorranno 80 anni per rimpatriare i migranti”. Forse anche di più. Salvini progetta di espellere 100 profughi alla settimana con due voli charter (ma poi, quanto ci costa?).

Che scoperta, abbiamo un “Ce l’ho duro valpadano” ultra tecnologico. Un sistema iper sofisticato, che, guarda un po’, gli amici chiamano “La bestia” per la sua cinica ferocia, decide per lui quando mostrarsi cattivissimo, cattivo e talvolta perfino buono, in accordo con gli umori dell’opinione pubblica. Il sistema analizza scientificamente migliaia di post e di tweet di più alto effetto e che ottengono i migliori risultati, quale tipo di persone ha interagito. A quel punto vengono preparati messaggi e parole-chiave, pronti per essere irradiati da Salvini attraverso Facebook.

Salvini emulo di Trump. Tiene fede all’impegno scritto con le lobby dei fabbricanti e di chi commercia legalmente o clandestinamente le armi e liberalizza la vendita di kalashnikov e di micidiali Ar15. (Che mondo sarebbe se si chiudessero tutte le fabbriche e i rivenditori di armi?) Diventa legge la liberalizzazione della vendita di armi come i kalashnikov e l’Ar15, usato per le stragi nelle scuole americane, aumenta il numero di colpi dei caricatori e si consente di possedere 12 armi in casa, contro le sei di prima. Basta essere iscritti a centri di tiro a segno federali o a federazioni associate al Coni.

A un musicista liberiano che ha chiesto asilo, la burocrazia del Viminale ha risposto con un appuntamento al 2020.

Annuncia l’“Incompiuto” Di Maio che pe la fine del 2018 ci sarà la legge che vieterà l’apertura dei negozi nei giorni di domenica e festivi. Gli operatori del settore calcolano che determinerà la perdita di 50mila posti di lavoro e determinerà svantaggi per chi lavora anche di sabato e si riserva la domenica per gli acquisti. Un colpo qua, uno là. Il secondo vice premier minaccia di escludere i giornali dalla pubblicità delle partecipate di Stato. L’annuncio fa seguito all’auspicio che le testate della carta stampata vadano in malora a favore dell’informazione web. Detto in altre parole è la vendetta del ministro dell’’economia e dello sviluppo nei confronti dei giornali che a suo avviso non sono prodighi di encomi per il governo.

Protestano i docenti universitari. Il ministro dell’Istruzione Bussetti ha nominato l’ex iena Dino Giarrusso “controllore” dei concorsi universitari. Dice il mondo accademico: “Incarico a un signore che non ha alcun merito culturale e protagonista di una discussa notorietà mediatica”.

Tutto vero, lui se ne intende di diritto privato, ma a scuola non deve aver riportato un bel voto in storia e da grande non ha rimediato. Nel corso di un lungo discorso per l’inaugurazione della Fiera del Levante, Conte ha azzardato un riferimento all’8 Settembre, scivolando clamorosamente sul significato di quella data. Era presente Di Maio, che di suo ha mostrato più volte di zoppicare in conoscenze storiche. In un passaggio sul mondo delle imprese che “crea occupazione e ricchezza per il Paese” si è riferito all’8 Settembre del 1943, data funesta, assolutamente estranea a fasi positive della nostra storia, definita da Conte come stagione del miracolo economico!

Che ingenui a pensare, che Conte, smascherato per curriculum gonfiato, conflitto d’interessi (stesso studio dell’ordinario di cui dovrebbe prendere il posto) e incompatibilità con il ruolo di premier, avesse rinunciato a partecipare al concorso. Ci smentisce subito. Non rinuncia, rinvia l’esame a data da destinarsi, sempre che gli altri due candidati non contestino la decisione pro domo sua. Poi, in serata, il dietro front: rinuncio…

Le ultime schede elettorali erano grandi come lenzuoli per contenere le decine di sigle di partiti e partitini. Sulle prossime ci vorrà uno spazio in più per ospitare anche il simbolo del nascente partito gay. Una recente rivelazione statistica afferma che a volere il partito degli omosessuali è il 6,2 per cento degli italiani.

Ieri sera il maxi show di Bocelli: scenografia stellare dell’Arena di Verona, e sorpresa per la mancata eurovisione (o perché no, Mondovisione). Ospiti famosi e tra loro Morgan Freeman, celebratissimo divo cinematografico. Invito opportuno? L’attore è tra i personaggi dello spettacolo accusato di molestie sessuali. In Francia ha ricevuto un premio alla carriera e ha smentito le accuse avanzate da otto donne.

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