Salvineide 9 e dintorni

Auguriamo ogni bene al figlio della signora che non ha vaccinato il figlio, che ha detto il falso, si è vantata pubblicamente della furbizia all’italiana e così facendo ha certificato l’ostilità scienza all’attendibilità dell’autocertificazione. Ipotizziamo, scongiurandola, la possibilità che quel bambino si ammali di morbillo e che aggravi la tragica statistica delle piccole vittime non vaccinate, o meno drammaticamente che infetti altri bambini: cosa dirà a quella donna la coscienza di madre, se ne ha?

Chissà chi è il suo referente politico, ma la sua bravata sembra offrire argomenti al ministro dell’Interno, alla sua proposta reintegrare la legge sull’obbligo del servizio di leva “Per compensare la mancata educazione dei genitori con la disciplina militare” (compreso il nonnismo e la dittatura del caporale di turno?). “La leva educa a un uso responsabilmente  consapevole dell’arma come in Svizzera”, è la tesi del “Ce l’ho duro”, che aggiunge “I genitori non insegnano l’educazione”.

Il ministro della difesa Trenta lo sfotte: “E’ una idea romantica, ma l’esercito è fatto di professionisti”.  Idea romantica? Boh?

E’ aperta la caccia al tesoro e in palio c’è una medaglia al valor civile per il vincitore che nel guazzabuglio del governo a guida Conte, ma nei fatti 5Stelle-Lega, avrà scovato in un angolo remoto di palazzo Chigi un punto d’intesa tra il piccolo Zedong Di Maio, detto l’Incompiuto e il piccolo Erdogan leghista Salvini, detto Ce l’ho duro. I due sono in campo per una gara all’ultimo reciproco “no”. I temi di contrasto si moltiplicano giorno dopo e si capisce perché al povero Conte non resti che parlare al futuro (vedremo, faremo, agiremo). Per Tria, economista del governo, reddito di cittadinanza e Flat tax sono chimere elettorali e se proprio si vogliono realizzare non ci sarebbe che aumentare le tasse. Il “no” in questo caso è bi diretto. Si litiga sul dramma dei migranti, il presunto complotto della speculazione finanziaria (Giorgetti, Lega) negato da Di Maio (5Stelle), il “decreto dignità”, multe e carcere per i vu cumprà, multe per i venditori di fazzolettini e i lavavetro ai semafori, espulsione dei rom, premio alla capotreno che ha insultato i rom (tutti proclami salviniani), le questioni aperte di Ilva, Tap, Tav, sul giustizialismo (5DStelle) e il garantismo (Lega), la retroattività delle norme, i tagli sulle pensioni, le nomine Rai, la rottamazione del Parlamento (Grillo, Casaleggio), con il “no” di Cinquestelle, il rispetto dei diritti umani, le vaccinazioni, le alleanze Trump e/o Putin. Come risponderà il Movimento alla proposta parlamentare della Lega per inserire nel codice penale il reato di accattonaggio molesto (tre mesi/un anno di carcere, da 3mila a 10 mila euro di multa) che ricorda il repulisti etnico del fascismo a cui il Ce l’ho duro leghista sembra avvicinarsi a ritmi sostenuti? Altra questione: l’annuncio propagandistico del ministro dell’Interno per il via libera all’assunzione di 8mila uomini delle Forze dell’ordine, ma non c’è la controfirma del ministro dell’economa Tria (5Stelle) e non c’è la copertura finanziaria. Oltre tutto, secondo i sindacati di categoria sarebbero 40mila le assunzione da fare. Salvini: “Le ottomila si faranno”.

E’ stata valutazione azzardata ricordare gli esordi politici del presidente della Camera, in tutto sovrapponibili alla linea politica del Pd? Improprio ricordare che un attimo dopo l’elezione a terza carica dello Stato e in pieno clima di trattative per il governo, Roberto Fico invitò i dem a verificare la possibilità di un’intesa con 5Stelle? Sono fantapolitica le esternazioni di Fico sui diritti umani dei migranti, le parità etniche, l’esplicito dissenso con il Movimento su questioni interne e internazionali? Tutto è possibile, ma oggi la Repubblica ricorda Fico che sarà ospite del Festival dell’Unità di Ravenna, disertato da Di Maio, per un confronto con Del Rio: è un segnale di rottura con l’atteggiamento di chiusura dei 5Stelle che sembra riaprire il dialogo con il partito Democratico.

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