TAV &  OPERE PUBBLICHE / ECCO LA GUERRA TRA 5 STELLE  E LEGA

Non ci voleva certo la zingara per prevederlo. Da un momento all’altro il conflitto gialloverde sarebbe saltato fuori (anche se secondo non pochi analisti l’esecutivo è destinato a durare più del previsto). 

E il primo piatto bollente in tavola è quello sui lavori pubblici, le grandi opere, dove tra i 5 Stelle e la Lega esiste un colossale abisso di vedute e d’interessi. 

Come fanno i grillini a rimangiarsi tutto quello che hanno detto, scritto, denunciato in tanti anni sull’Alta Velocità, su tutti gli scempi a 360 gradi che vanno dagli esordi sotto i controlli mafiosi, le spartizioni politico-clientelari, le imprese infiltrate, le primissime inchieste di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel ’90, poi il pesantissismo j’accuse nel 1999 di Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato nel loro profetico “Corruzione ad Alta Velocità”, le decine e decine d’inchieste pubblicate dalla Voce e non solo che hanno documentato sperperi, disastri e quanto di peggio possa accadere al mondo?

La Pedemontana. In apertura una manifestazione dei NO TAV

E poi. I maxi sperperi per le Pedemontane Lombarda e Veneta, due esempi “di scuola”, tali da far capire anche ad un ebete come una infrastruttura, pensata in quel modo, non possa mai essere economica e a vantaggio dei cittadini ma serva solo per spendere vagonate di soldi per gli amici degli amici. Lo hanno denunciato in tanti, idrogeologi, ingegneri, associazioni. Ma chissenefrega. 

Anche per il Mose la questione è quasi decennale, finita tra le aule della procura, e lorsignori che continuano a razzolare con i soldi pubblici.

E poi dalla Liguria con il suo Variante al Tap pugliese. Opere che seguono le solite, eterne filosofie da primissima repubblica: “famo” il progetto, anche un progettucolo, “un’ideuzza progettuale”, “mannamolo” al ministero, raccogliamo qualche firma, pigliamo una vagonata di miliardi prima e di milioni oggi e chi s’è visto s’è visto. L’opera non serve? E chissenefrega? Abbiamo buttato i soldi dalla finestra: beh, no, li abbiamo ben spesi per consulenze di amici e amici degli amici, progettisti, architetti, ingegneri, geometri, notai, commercialisti, faccendieri che non spariscono mai e sono i nostri elettori: e poi, of course, la marea di politici e politicanti di turno che crescono sempre come i funghi (padani e non solo). Peccato che i controlli in Italia non esistano…

Sorge a questo punto spontanea la mitica domanda delle cento pistole: ma si rendono o si renderanno speriamo presto conto i 5 Stelle che si trovano in un vero e proprio tunnel dal quale occorre uscire in fretta con idee chiare e proposte concrete per gli italiani? Che non significa, “basta opere” ,“basta lavori”: ma che siano opere che servono ai cittadini e non ai ladri e ai faccendieri, all’Italia e non a chi mangia sull’Italia, ai lavoratari e non agli speculatori, ai pendolari e non ai padroni Tav.

Se nei 5 Stelle – tra le cui fila molti esponenti paiono animati da ottima volontà di cambiamento – non prevale questa linea chiara, ferma e decisa, senza se e senza ma, meglio ammettere: abbiamo solo scherzato.

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