“Che la pace sia con voi”

L’incipit di un torrido clima bellico in arrivo cresce in quantità e qualità, alimentato dal maledetto club dei nemici della pace, di suo infranta in una cinquantina di luoghi della Terra dove confliggono, in opposizione armata, credo religiosi, ideologie, interessi autarchici di opposti competitor politico-finanziari. In permanente fibrillazione, i “signori” della guerra colgono ognuno di questi alibi strumentali per accendere ovunque nuovi focolai.

Sbagliano gli storici se firmano il certificato di morte del colonialismo. I grandi predatori di ricchezze altrui adottano inedite strategie: si inventano esportatori di democrazia, tutori della sicurezza mondiale contro il pericolo, mai dimostrato, di arsenali di armi chimiche ed escalation del nucleare nei Paesi aggrediti.

Su tutto incombe il duopolio America-Cina. Trump accende la miccia dell’autarchia, impone dazi a raffica sulle importazioni e, tronfio esecutore di diktat imposti da chi lo ha insediato nella Casa Bianca (produttori di armi, petrolieri, multinazionali), amplifica la linea del protezionismo. In ultimo minaccia il mondo delle imprese: “Volete continuare a produrre? Traferitevi negli Usa”. Per il momento ha la meglio. Il valore dei dazi imposti alla Cina, supera di gran lunga la risposta di Pechino in annunciate gabelle su prodotti americani. Il danno è impari. Identico ragionamento svantaggia l’Europa. Per replicare con efficacia il Vecchio Continente dovrebbe imporre tasse del 100 percento sulla Coca Cola e altri cento prodotti di largo consumo made in Usa, (barche, Harley-Davidson, jeans Levi’s, mais, tabacco, riso, burro di arachidi, succhi di arancia e mirtillo, bourbon, whisky e sigarette). L’occidente boicotta la Russia di Putin, l’onda montante della destra italiana la corteggia.

E’ guerra europea sulla grave questione dei migranti. Salvini e Macron gareggiano in insulti reciproci, il ministro leghista ha creato forti tensioni con la Tunisia e Malta. Sanchez, premier spagnolo, definisce l’Italia anti-europea ed egoista, la compattezza della Ue è in serio pericolo e del razzista Salvini sono le idee di alleanza con i Paesi della Comunità governati dalla destra xenofoba.

E’ guerra dialettica, almeno per il momento, quella interna all’alleanza Lega-Stelle (Fico-Di Maio, Di Maio-Salvini), è guerra senza risparmio di missili terra-terra Saviano-Salvini. Il ministro degli interni, di là dalle competenze che gli spettano, ha provato a vendicarsi di stroncature dell’autore di Gomorra privandolo della scorta. La reazione non si è fatta aspettare: “Buffone” lo ha chiamato il giornalista-scrittore, “Non mi fai paura” e ha sparato le sue cartucce: “Creiamo il restitution day, la Lega restituisca i 50 milioni della truffa rimborsi. Quando ho definito Matteo Salvini ministro della Malavita, con un’espressione di Salvemini, ho fatto riferimento ai 50 milioni di euro rubati dalla Lega allo Stato italiano con sentenza definitiva in Cassazione. La Lega ha i conti congelati”.

[Come mai questa devastante denuncia è un’esclusiva di Saviano e non di Pd e associati?]

Gassman (attore-regista), Marchisio (Juventus) Totti (Roma), con altri personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo appoggiamo la campagna dell’Onu a favore dei rifugiati. Scamarcio e la Gerini (attore-attrice) si schierano con Salvini per l’espulsione dei migranti. Marchisio insultato su Instagram, ma apprezzato su altri social, ha detto: “Guerre e violenza costringono ogni giorno migliaia di famiglie ad abbandonare le proprie case e ad affrontare pericolosi viaggi alla ricerca di protezione, dignità e un futuro per i propri figli. Io credo sia il momento di chiedere ai leader mondiali delle soluzioni concrete e di stare dalla parte dei più deboli. E tu da che parte stai?”.

Guerra senza esclusione di colpi in Vaticano. Il papa innovatore deve fare i conti con l’anima nera del clero. Per ora sembra prevalere il Bergoglio moralizzatore e giustiziere di nefandezze. Senza timore riverenziale imputa nefandezze a cardinali e parroci di campagna, ma è lotta continua, dall’esito incerto.

Il conflitto permanente Israele-Palestina, si tinge di rosso sangue e anche questo è impari, alimentato da incrocio di missili, da carrarmati contro fionde, odio contro odio, cecchini contro inermi dimostranti.

Guerre di genere denunciano la barbarie di contrapposizioni immotivate quanto aspre: uomo-donna, gay-omofobi, bianchi-neri, progressisti (ormai sparuto manipolo) contro ultra conservatori. Nell’Inghilterra della Brexit c’è un popolo che spinge per un contro referendum con l’obiettivo di tornare nella Comunità. Negli States la first lady contesta il tycoon che per chiudere le porte all’immigrazione messicana separa i genitori dai figli. In Italia Nord e Sud sono l’uno contro l’altro armati; nel mondo musulmano scintille ed esasperazioni tra il patriarcato tiranno e la rivendicazione di parità uomo-donna.

Nell’Olimpo è festa grande in casa di Ares, dio della guerra e lutto in quella di Eirene, dea della pace. Zeus non è poi così autorevole da farli riconciliare: abrogata, da tempo, la formula bene augurante “Pax vobiscum”

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