PAOLO SAVONA / ECCO L’ASSO NELLA MANICA PER DI MAIO & SALVINI…

Nel rompicapo ministeriale spunta una strategica carta vincente. L’asso nella manica dei due Capi per incantare l’Europa e risanare magicamente i conti di casa nostra. 

Dal cilindro del tandem vincente, per inaugurare la super stagione del nuovo che avanza e fare “la Storia”, ecco il Mago di tutti i bilanci e Salvatore di tutte le economie: Paolo Savona, 82 anni, una formazione tutta Banca d’Italia alla scuola di Guido Carli. 

Un pezzo da novanta della primissima repubblica, il pupillo di Paolo Cirino Pomicino quando arrivò al ministero del Bilancio per miracolare l’economia, il San Gennaro dei vulcanici conti di casa nostra. ‘O Ministro, non a caso, creò uno staff ad hoc di consiglieri, capeggiato da Super Savona e del quale faceva parte, tanto per gradire, Mario Monti.

Paolo Cirino Pomicino. In apertura Paolo Savona

Ecco una rimembranza firmata da ‘O Ministro in persona per le pagine del Foglio di Giuliano Ferrara a gennaio 2016. “Nell’assumere la carica di ministro del bilancio e della programmazione economica alla metà del 1989 nel governo Andreotti – ricostruiva Pomicino – istituii subito una task force di autorevoli economisti per supportare la mia azione politica e quella dell’intero governo. Alla guida di quell’autorevole gruppo che comprendeva, tra gli altri, Mario Monti, Antonio Pedone, Giancarlo Morcaldo, chiamai Paolo Savona, persona di grande perbenismo e di grande cultura economica, oltre che un amico personale da diversi anni”. Parola di ‘O Ministro.

Leggiamo una cronaca di Repubblica datata 1994: “Paolo Savona ha sempre avuto come punto di riferimento nel Pri Giancarlo La Malfa. Ma non ha mai disdegnato l’amicizia con esponenti della Dc, tra cui il suo predecessore all’Industria, Giuseppe Guarino, e anni prima Paolo Cirino Pomicino al tempo in cui era al Bilancio”. 

E proprio in quegli anni l’amico Savona era la stella cometa del gruppo di economisti ‘illuminati’ che ruotavano intorno alla creatura editoriale di casa Pomicino a metà degli anni ’80, il patinato mensile partenopeo Itinerario, al quale collaboravano non solo gli intellettuali (sic) di allora, ma anche le firme – e soprattutto gli inviati – del giornalismo doc “tanto al pezzo” (allora 300-400 mila lire per 50 righe dattiloscritte!). Una gallina dalle uova d’oro, Itinerario, che all’epoca racimolava 1 miliardo e passa in pubblicità da quel parastato tanto caro a ‘O Ministro. 

Non va dimenticato che non pochi maitre a penser d’area grillina popolano le aule della Link University fondata e anche oggi animata dall’altro pezzo da novanta degli allora andreottiani doc, al secolo Vincenzo Scotti. 

Col vento in poppa assicurato dai sempreverdi Pomicino e Scotti, il governo che adesso decolla?     

  

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