STRAGE DI VIAREGGIO / PARTI CIVILI DA ROTTAMARE, QUESTIONE DI STILE

Processo di appello per la strage di Viareggio, si muovono i primi passi. Sono appena scaduti i termini per la presentazione delle memorie difensive per gli imputati tedeschi, ossia le società Gatx (Germania e Austria) e Officina Jughental di Hannover.

Tra gli imputati eccellenti l’ex big delle Ferrovie Mauro Moretti, passato poi al vertice di Leonardo-Finmeccanica, e il numero uno di Rete Ferroviaria Italiana, Michele Elia: per entrambi, al processo di Lucca in primo grado, una condanna pesantissima, 7 anni e mezzo di galera. Una condanna che, of course, viaggia diretta verso la prescrizione, ma pesantissima sotto il profilo morale e professionale. Per la serie: non potevano non sapere in quali condizioni di estrema precarietà si trovano traversine, convogli, prevenzioni & controlli nelle ferrovie di casa nostra, come ha di recente dimostrato la tragedia di Pioltello.

I 200 faldoni del processo di primo grado sono stati da pochi giorni trasferiti dal tribunale di Lucca alla corte d’appello di Firenze. Secondo le prime indiscrezioni, l’inizio del secondo grado potrebbe verificarsi entro l’estate, quindi al massimo per fine giugno, primi di luglio.

Scrive il Tirreno del 29 marzo. “Colpiscono le parole pronunciate dalla difesa di Michele Elia, condannato a 7 anni e mezzo in primo grado”.

Ma quali sono le parole dei legali, Alfonso Stile e Carla Manduchi? Il quotidiano toscano le riporta: “Nessuno degli enti esponenziali di diritti diffusi o collettivi ammessi a costituirsi parti civili può dirsi danneggiato in prima persona dalle ipotizzate condotte di omicidio / lesioni colpose”. E aggiungono: “Il collegio ha forzato il concetto di parte civile”. In particolare, vengono stigmatizzate non solo le costituzioni di parte civile di enti come la Regione Toscana e la Provincia di Lucca, ma addirittura “dei rappresentanti – scrive il Tirreno – dei lavoratori per la sicurezza di Trenitalia, i ferrovieri”!

Puntano l’indice Stile e Manduchi: “Il tribunale, con modo di procedere ‘superficiale’, ha dato ingresso ad associazioni ed enti che non erano minimamente rappresentativi di interessi lesi dal reato, ma portatori di interessi generalissimi. Così alterando il giusto equilibrio tra accusa e difesa”.

Controbatte il Tirreno: “Come se Regione Toscana e Provincia di Lucca non avessero subìto quella lesione a un proprio diritto: il diritto a non avere sul proprio territorio disastri devastanti per i cittadini amministrati e i beni, anche pubblici”.

Quella strage ha massacrato 33 vite e distrutto l’esistenza di 33 famiglie. Che nessun risarcimento potrà mai ricompensare.

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