TSUNAMI SU FACEBOOK / LE “STRANE” PREMONIZIONI DEL MANGIAPAESI GEORGE SOROS

 “E’ solo questione di tempo. I loro giorni sono contati”. Questa la previsione sul destino dei monopolisti a stelle e strisce sul fronte delle web e delle nuove tecnologie per l’informazione.

Ma chi l’avrà mai formulata, visti i dirompenti fatti che hanno investito come uno tsunami Faceboook? Mago Merlino o chi?

La premonizione è stata partorita niente di meno che dal super magnate Usa George Soros, la cui ombra si staglia dietro alle catastrofi economiche che investono, a volte d’improvvivo, tanti Paesi, sia industrializzati che in via di sviluppo. Così è successo con il colossale crac inglese di un quarto di secolo fa e così rischia di accadere, per fare un esempio fresco fresco, con la crisi che sta colpendo la Macedonia.

LA PROFEZIA DI DAVOS

La sfera di cristallo è stata tirata a lucido dal magnate “MangiaPaesi” in occasione del recente summit dei grandi a Davos. Svoltosi prima dello tsunami e nel corso del quale Soros ha sferrato un attacco frontale ai colossi statunitensi, i padroni delle reti. Per la serie: ma da quale pulpito arriva la predica? Uno speculatore internazionale, il killer di tante economie quale credibilità può mai avere nel dettare regole & morale?

Eppure è successo. Il bue ha dato del cornuto agli asini.

Solo che il bue sguazza nei miliardi più sporchi racimolati in tanti anni di speculazioni, come successe con l’Italia nel 1992, quando il governo guidato da Giuliano Amato fu costretto a mettere in campo manovre lacrime e sangue, e gli italiani persero una barca di miliardi.

E gli asini sono tra le imprese Usa più devastanti, sia per quanto riguarda lo stravolgimento subliminale delle coscienze di tanti utenti e cittadini; sia per le operazioni delinquenziali messe in atto, ad esempio, sul fronte delle colossali evasioni fiscali.

Theresa May

Torniamo a Davos. Dove hanno seguito a ruota il j’accuse di Soros imprenditori del calibro di Marc Benioff, in sella a Saleforce, e la premier britannica Theresa May, tutti allineati nella neo filosofia economica imperante, oggi chiamata “TechLash”: per la serie, quando le tecnologie erano facilmente cavalcabili, tutto ok, ora che si sono rese un potere economico-finanziario autonomo, prendiamone le distanze. Come sta facendo, del resto, il Commissario Ue per la Concorrenza, Margareth Vestagen.

Ma rileggiamo alcune frasi pronunciate da Soros a Davos, frasi che oggi, dopo il crollo di Facebook, hanno tutto un altro sapore: “queste società e i media influenzano il modo in cui le persone pensano e si comportano, ben al di là di quanto ne siamo consapevoli”. La scoperta dell’acqua calda.

Prosegue il magnate: “questi business hanno conseguenze negative di larga portata sul funzionamento della democrazia e in particolare sulla sicurezza e la libertà per le elezioni”. A parlare è un uomo che ha inventato a botte di miliardi di dollari primavere arabe taroccate e mangiato a pezzi e bocconi le economie di tanti Paesi.

QUEI GIORNI CONTATI 

Emma Bonino. In apertura Mark Zuckerberg e George Soros

Aggiunge l’uomo che secondo non pochi ha finanziato la campagna elettorale di Emma Bonino e della sua + Europa: “Potrebbe esserci una alleanza tra le nuove forze nazionalistiche e questi grandi monopoli tecnologici. Vicini a reti di controllo totalitario, che nemmeno George Orwell e Aldous Houxley avrebbero mai potuto immaginare”.

Ecco la previsione del Magnate-Profeta: “ma è ormai solo questione di tempo prima che si rompa il dominio globale dei monopoli Usa sulle tecnologie dell’informazione: i loro giorni sono contati. La regolamentazione e la tassazione saranno la loro rovina e il commissario Ue sarà la loro nemesi”.

Davvero dotato di poteri paranormali o giù di lì, il Magnate che ha divorato economie in mezzo mondo.

Ma vediamo come si era comportata negli ultimi mesi la corazzata di casa, ossia il “Soros Fund Management”, per la gestione per suo portafoglio arcimiliardario.

TITOLI IN VENDITA

Nell’ultimo trimestre 2017 – secondo gli analisti finanziari – il Fondo ha letteralmente “scaricato” i titoli targati Apple e Snap, riducendo sensibilmente l’esposizione nei social Facebook e Twitter.

La notizia trova conferma negli ultimi dati elaborati della SEC, la rigida autorità statunitense che vigila sulle transazioni finanziarie, un vero “cane da guardia” al contrario della nostra super malleabile Consob.

Dalle rilevazioni emerge che gli unici titoli che Soros non ha penalizzato, anzi lievemente favorito, sono quelli di Amazon e, soprattutto, di Microsoft.

In soldoni, il Soros Fund Management ha venduto 1.700 titoli Apple e 1,55 milioni in azioni Snap, che ha fatto registrare un autentico crollo. Il tonfo delle azioni Facebook ha riguardato 367 mila titoli. Non bruscolini.

Come è già successo in altre occasioni, le buone ‘azioni’ di Soros, in questo caso accompagnate dalle dichiarazioni – in gran parte sottaciute e sottovalute dai media – al summit di Davos, si sono poi tradotte in realtà. Segnando l’inizio della inarrestabile discesa di Mark Zuckerberg & C.

La Voce ha realizzato diverse inchieste (che potete leggere cliccando sui link in basso) nei mesi scorsi sui tanti gialli made in Soros. Dalla storia delle svariate Ong finanziate dal magnate, ancora tutte da chiarire e dense di misteri; alle acrobazie della sua mega Fondazione.

E, per arrivare a casa nostra, i legami con Emma Bonino, il cui nome fa capolino tra le sue creature societarie più ‘umanitarie’; fino allo strano – e mai chiarito – incontro tra Soros e il premier Paolo Gentiloni a palazzo Chigi, proprio all’indomani dello scandalo sulle Ong per i migranti.

Adesso l’ultima chicca: quei colossi, come Facebook, hanno i giorni contati…

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