CAMPI FLEGREI / IL VULCANOLOGO ENZO BOSCHI LANCIA L’ALLARME

Area flegrea sempre più bollente. Si moltiplicano gli sciami sismici e qualche esperto comincia a lanciare l’allarme.

E’ il caso di Enzo Boschi, che accusa i vertici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Osservatorio Vesuviano di minimizzare il pericolo.

Ecco cosa dice. “Quando una caldera delle dimensioni di quella flegrea viene dichiarata a livello di attenzione, come è accaduto quattro anni fa, mi aspetterei una presenza continua di studiosi in quell’area, un confronto e un dibattito continuo tra esperti di diverse nazionalità, un’attenzione ben diversa. Ma tutto ciò non mi risulta. Capita spesso che gli studiosi non allineati con l’Istituto siano colpiti addirittura da provvedimenti disciplinari”. Come neanche nella vecchia Unione Sovietica. E come succede, per fare solo un esempio in campo medico, sul fronte dei vaccini.

Continua Boschi: “Lo scienziato deve essere libero di fare ricerca e di fare le sue valutazioni. E poi, dopo ciò che è successo con il terremoto di Ischia, a Casamicciola, non mi sembra proprio che gli enti e organismi preposti abbiano dato una prova di efficienza”.

Con ogni probabilità una frecciata all’Osservatorio Vesuviano di Napoli, il cui direttore, Francesca Bianco, ha messo a segno un clamoroso autogol, dichiarando subito che l’epicentro si trovava in mezzo al mare, contraddetta dalle successive rilevazioni che lo hanno individuato nella stessa Casamicciola.

Enzo Boschi. Sopra un panorama dei Campi Flegrei

Sull’Osservatorio nota Boschi: “la gran parte dei suoi ricercatori dovrebbe essere dedicata proprio allo studio dei fenomeni sismici nella caldera flegrea, perchè la situazione in quell’area è da tenere sotto strettissimo monitoraggio e costante controllo. Non voglio sembrare catastrofista, ma se dovessi vivere lì sarei molto ma molto preoccupato”.

E incalza: “I Campi Flegrei rappresentano di gran lunga la più forte minaccia che vi sia, sotto il profilo sismico e vulcanico, in Italia. Tutto ciò anche per via della densità di abitanti, poi perchè non  mi risulta che ci sia un’adeguata preparazione per i piani di evacuazione, infine per i livelli di conoscenza e anche di sorveglianza che non mi sembrano proprio il massimo”.

Secondo alcuni, questi fenomeni ricordano non poco il bradisisma dei primi anni ’80, quando una parte di Pozzuoli, la zona di Rione Terra, venne sgomberata e partì in tempi brevissimi la realizzazione della cosiddetta Pozzuoli bis, il mega quartiere di Monteruscello. Un vero e proprio mostro urbanistico, che rappresentò la gioia per le rampanti imprese di camorra, per i mattonari partenopei e per i politici di riferimento.

Quell’allarme, all’epoca, venne ingigantito ad arte, proprio per poter bypassare norme e controlli ed agire sotto la comoda ‘emergenza’. Tra i registi politici del business Monteruscello l’allora ministro Dc della Protezione civile Vincenzo Scotti (passato poi ai Beni Culturali, quindi al Viminale) e l’urbanista targato Pci (a lungo preside di Architettura a Napoli) Uberto Siola.

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