CASO SCHWAZER / LE PROVETTE PER IL DNA IN ARRIVO A PARMA

Finalmente una svolta nel giallo di Alex Schwazer, il campione di marcia altoatesino scippato della partecipazione ai Mondiali di Rio per volere di Iaaf e Wada, ossia la potente Federazione internazionale di atletica e l’altrettanto potente agenzia mondiale antidoping.

I campioni di urina necessari per il decisivo test del Dna e per verificare la manomissione e alterazione delle provette, infatti, sono in viaggio da Colonia verso Parma, dove presso i laboratori del Ris verranno effettuati i controlli.

Ma non è stato facile portare a termine l’operazione, nonostante la rogatoria emessa mesi fa dal gip del tribunale di Bolzano Walter Pelino fosse estremamente chiara e precisa, e la stessa sentenza del tribunale di Colonia non lasciasse spazio a dubbi.

Fino all’ultimo momento il laboratorio di Colonia, accreditato dalla Wada, ha cercato in tutti i modi di opporsi alla consegna, arrivando a sostenere che le disposizioni dei giudici non erano chiare.

Quando il comandante del Ris, Giampiero Lago, ha bussato alla porta del laboratorio tedesco, accompagnato da esperti e ufficiali, i responsabili ne hanno provata un’altra, in perfetto stile Totò, con il classico gioco delle tre carte.

L’ordine del gip, infatti, prevedeva la consegna di un idoneo quantitativo (16 millilitri) sia del campione A che del campione B. E invece i tedeschi hanno provato a rifilare un fantomatico campione C, di non si sa quale natura. A questo punto Lago si è messo in contatto telefonico con il gip, il quale ha ordinato di procedere all’acquisizione dei campioni A e B. Alla fine della sceneggiata i responsabili del laboratorio si sono arresi, consegnando anche il campione B.

Non hanno però voluto che le telecamere filmassero l’operazione – alla faccia di ogni trasparenza – e si sono impuntati sulle modalità di trasporto. Non hanno cioè voluto consegnare le provette al comandante del Ris ma per l’invio si sono serviti di un corriere specializzato, dopo aver provveduto a sigillare le provette stesse.

Davvero incredibile l’ostinazione con la quale il laboratorio di Colonia ha cercato di porre mille ostacoli: frutto di un chiaro accordo con Iaaf e Wada. Con le quali, tra l’altro, esattamente un anno fa era intercorso un fitto scambio di mail che dimostra le pressioni sul laboratorio stesso affinchè ‘non collaborasse’ con le autorità italiane.

Adesso non resta che attendere l’esito del test sul Dna. I palazzi del potere – Iaaf e Wada in testa – tremano, perchè presto potrà scatenarsi uno tsunami dalle proporzioni incalcolabili.

Dietro l’angolo, finalmente, la possibilità di alzare il sipario sull’uso dei dopanti nell’atletica, sugli affari arcimilionari e sulle più alte coperture.

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