Sarà poi vero? Abbiamo i partiti che ci meritiamo?

Se osservato con distacco e indifferenza, imposta dallo squallore dei partiti italiani, diventa un gioco quasi divertente il puzzle delle candidature che rischiamo di ritrovarci nel tempio teoricamente sacro del parlamento. Andiamo per ordine. Il Berlusconi buonista promette pace e prosperità a Bruxelles. In nome della captatio benevolentiae, promette di non trascinarsi dietro l’anti europeista Salvini in caso di incarichi di governo del centro destra. Il Matteo leghista, alle prese con la giustizia per questioni di riciclaggio di somme della Lega, il giorno dopo smentisce l’ex cavaliere.

In casa Forza Italia s’illumina d’immenso l’inclusione nelle liste del pluri indagato Angelucci, condannato per falso e tentata truffa, re delle cliniche private, 99,59 di assenze in Parlamento, di Rachele, nipote di Mussolini, perché una strizzatina d’occhio ai neofascisti non guasta. La Meloni non ci sta e dal cappello a cilindro estrae la candidatura di Isabella Rauti, sorellastra di Alessandra Mussolini. Salvini rimane a guardare e nella caccia all’estremismo di destra punta su Barbara Mannucci che si è autodefinita la Claretta Petacci di Berlusconi (“Con lui fino alla morte”). Merita qualche riga una storia tra le storie, ovvero il caso di Nunzia De Girolamo (rinviata a giudizio nel e 2016 per associazione a delinquere finalizzata alla concussione e al voto di scambio), protagonista di un giallo notturno. Si è vista defalcare proditoriamente dal primo posto nella lista di Forza Italia in Campania è ha imputato il tratto di gomma sul suo nome alla mano insospettabile di Mara Carfagna: lite furibonda tra le due forza-italiote. L’ex Cavaliere ha dovuto rimediare e l’ha piazzata in cima alla lista Fi in Emilia.

In barba al rispetto per la legalità molti tipi da aula giudiziaria sono arruolati nel club di imputati, indagati e condannati. Pena definitiva per Antonio Minardo (8 mesi di carcere per abuso d’ufficio). Maria Tindara Gullo, transfuga dal Pd, è approdata alla corte di Forza Italia con Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione. Terremoto in Campania per la candidatura di Cesaro, indagato. La Sicilia partecipa alla grande alla sagra degli impresentabili, turbolenze in Basilicata, in Puglia.

Tra i commenti di lettori del Fatto Quotidiano alle candidature: “Sembra l’elenco degli inquilini di un carcere invece è quello di futuri parlamentari”. “Nonostante sto porcaio e gli alleati che si ritrova, prenderanno ancora tanti voti, non c’è niente da fare, gli Italiani hanno tutto ciò che si meritano”. “Tutto un casino”. “E questi sarebbero gli illuminati che dovrebbero introdurre la flat tax, modificare la Fornero, dare 1000€ ecc.ecc.? Ma fatemi il piacere!” “Essere inseriti nelle liste di FI è un po’ come costituirsi. Se li metti dentro tutti, sbagli di poco”. “A dir poco è vomitevole. Come siamo ridotti”. “Farebbe notizia se Berlusca candidasse persone per bene”. “Liste di Forza Italia, porta-escort, amici di mafiosi, inquisiti e parenti. Lui è tornato”. “Lo schifo supremo della politica italiana. Votarli è un crimine contro l’umanità”. “In un paese appena normale questo partito non arriverebbe allo 0,50%”.

Qualche rigo si può perfino sprecare per i 5Stelle. Tra i molti petali dei loro fiori, ingialliti per colpa di un cielo plumbeo, decisamente invernale, si può scegliere il più sbiadito, a firma Gianluigi Paragone, giornalista televisivo prestato alla politica per ottimizzare i vantaggi della notorietà. Il conduttore di “La gabbia” interpreta il Di Maio pensiero sul dopo voto e lancia l’horror di un’alleanza con Salvini. “Sono l’uomo giusto del dialogo con Lega”.

C’è urgenza di informarsi: quanto manca ai viaggi collettivi su Marte e soprattutto è già possibile prenotare il volo spaziale?

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