“Ho detto che noi volessimo (!) fare un referendum”. Povero Dante

L’auspicio, per salvarci dagli insulti alla lingua di Dante che escono dalla bocca del baldanzoso giovanotto pentastellato, è che la Rai peschi nell’ampio pianeta degli insegnanti elementari un nuovo Alberto Manzi, il maestro di “Non è mai troppo tardi” che ha sfoltito a milioni l’analfabetismo degli italiani. Al Di Maio, che solo la maledizione divina potrebbe designare a premier di un governo 5Stelle + chissà chi, si può molto imputare, non la perseveranza. Alle prese con il congiuntivo inciampa ripetutamente ed emette articolazioni verbali da matita blu. L’ultima sua sortita, ancora con la bocca bagnata dal latte succhiato dal biberon: “Ho sempre detto che noi volessimo fare un referendum sull’euro”. Ip,ip, urrà.

Nello schifo di mondo dominato da arrampicatori, accumulatori illeciti di fortune, corrotti e corruttori, speculatori, cinici accaparratori, un segmento di non secondaria importanza è nelle mani voraci e nella nei canini da vampiro del presidente Usa. Un tipo, che assorbito dalla cura di interessi personali e platealmente fuori di testa, twitta come un cardellino logorroico di tutto e di più, senza contare fino a dieci e immaginare l’effetto che fanno le sue inverosimili esternazioni. C’è di peggio: benché circondato da cervelloni pagati per imbeccarlo, sparla a ruota libera. Si propone all’inclito pubblico dell’americanismo autarchico, retrogrado, opportunista e condanna la nuova sede dell’ambasciata di Londra, perché costata una cifra blu e non eretta in posizione di centralità urbana. “Colpa di Obama. Uno spreco di denaro pubblico per un’opera nemmeno bella”, urla il l’ignorante tycoon (nel senso di disinformato). Non sa che la struttura non è costata agli americani neppure un dollaro perché realizzata con il denaro ricavato con la vendita della vecchia sede. Le valutazioni logistiche ed estetiche di Trump sono assolutamente in linea con la sua accertata superficialità di giudizio: la nuova ambasciata è un’opera universalmente ammirata e dotata di tecnologie avveniristiche. Ma soprattutto, Obama non c’entrata, il committente fu George W. Bush.

Anziché sparare ca…te, il numero uno Usa potrebbe, anzi dovrebbe meditare sulle sacrosante accuse di razzismo rimediate in questi giorni (Paesi africani di m…a, ecc) e, se mai avesse nel sistema circolatorio due o tre gocce di umanità. rifletterebbe sull’ignobile discriminazione sociale raccontata dalla cronaca di Baltimora, dove un passante ha ripreso con lo smartphone una donna di colore che in piena notte, seminuda, cioè con indosso solo un leggero camicione di ospedale, è stata abbondonata in strada da infermieri dell’ospedale universitario Medical Center, con il termometro a zero gradi. Evidente, la povera donna non era in grado di pagarsi le cure ospedaliere. Quasi in contemporanea la faccia oscena della medaglia racconta di un paio di tacchini che Trump avrebbe risparmiato dal sacrificio natalizio e ospitato in un albergo a cinque stelle. Un gesto di “vera umanità”!

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