GELLI / IL TESTAMENTO DEL 1998  E QUEL MAXI ARCHIVIO

A quasi vent’anni dalla sua redazione, ecco spuntare il primo testamento di Licio Gelli, scritto e firmato dal Venerabile nell’aprile del 1998. Ad esso farà poi seguito, nel 2015, prima di morire, un secondo testamento.

La procura di Arezzo adesso chiede – come misura di prevenzione patrimoniale – il sequestro delle quote societarie che fanno capo al nipote e alla sua compagna, proprietari della storica Villa Wanda: fino ad oggi il tribunale aretino ha negato il sequestro, ma la procura ha presentato appello.

Quella Villa Wanda in cui era ben nascosta, tra i tanti vasi sparsi nell’immenso giardino, una piccola fetta del tesoro, tra cui, appunto, la bellezza di 163 chili in lingotti d’oro.

E poi terreni e fattorie in mezzo mondo, soprattutto in Sud America, dall’Uruguay al Paraguay fino al Brasile.

Immense fortune mobiliari e immobiliari a parte, resta il mistero del super archivio gelliano.

Nel testamento autografo del 1998, infatti, il Venerabile chiede espressamente alla sua compagna, Gabriella Vasile, incaricata di assicurare il rispetto delle ultime volontà, di conservare con cura, in appositi contenitori, “l’archivio del mio materiale massonico e della Loggia P2”.

Che sorte farà mai ora quel materiale? In quali mani finirà?

Un materiale esplosivo ancora oggi. E chissà quanti tremano per le loro poltrone, le loro carriere, i loro dorati destini. Fino a questo momento ben protetti. E domani?

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