OPERAZIONE FICO / COSA C’E’ NEL RICCO CILINDRO DEL SUPER RENZIANO OSCAR FARINETTI ?

Cosa ci sarà mai dentro il “Fico”? Ovvero nella cassaforte della fresca creatura messa in campo da mister Eataly, il super renziano Oscar Farinetti? Si tratta del parco alimentare – Fico per i fans –  più grande del mondo, come sventalano i suoi animatori, che l’hanno appena battezzato nella mega area dell’ex centro ortofrutticolo alla periferia di Bologna.

Le cifre parlano già chiaro. Un investimento iniziale da 140 milioni di euro, oltre ai 40-45 previsti per la realizzazione di un albergo superstellato che avrà il brand Starhotels. Ma potrà raggiungere il top dei 400 milioni: da guinness dei primati per il settore, anche a livello internazionale.

UN PRELIOS NEL MOTORE

Il motore della complessa macchina milionaria si chiama Prelios, il maxi fondo immobiliare che gestisce una sfilza di patrimoni, a cominciare da quelli di clienti ‘istituzionali’ e di alcune casse di previdenza, come l’Enpam dei medici.

Massimo Caputi. In alto Oscar Farinetti

Massimo Caputi. In alto Oscar Farinetti

Fino a ieri in mano ad alcuni big di casa nostra, quali Pirelli e Assicurazioni Generali, solo per fare due esempi (e nasce proprio, Prelios, sul dopo Pirelli Estate di Marco Tronchetti Provera), il super fondo è oggi passato sotto bandiera americana, che ha rilevato oltre circa il 70 per cento del pacchetto azionario.

La restante parte è controllata da un trio. Punta di diamante Massimo Caputi, il re dei fondi, tra gli animatori negli anni scorsi proprio di Prelios e oggi in prima fila con Feidos: i suoi trascorsi vengono dal parastato, al vertice di Sviluppo Italia (oggi Invitalia) come fedelissimo di ‘O Ministro Paolo Cirino Pomicino. E legatissimo, Caputi, al faccendiere e uomo ombra di Pomicino, Vincenzo Maria Greco, sotto inchiesta per gli affari dell‘Alta Velocità e per le vicende della free press E Polis.

Ali d’attacco, nel trio targato Prelios, il finanziere Daniel Buaron, già compagno di cordata di Caputi in svariate acrobazie finanziarie (e molto legato allo stesso Greco), e l’ex amministratore delegato di Enel Fulvio Conti.

Il nome di Prelios fa capolino nell’intricata story dello stadio della Roma, il cui destino verrà deciso nei prossimo giorni: Prelios, infatti, ha firmato a Capodanno 2016 un memorandum d’intesa con la Eurnova del gruppo Parnasi e con il Comune di Roma guidato da Virginia Raggi per accompagnare e gestire, sotto il profilo finanziario, la realizzazione del nuovo, supercontestato impianto sportivo di Tor di Valle.

Ma torniamo al Fico (acronimo di ‘Fabbrica italiana contadina‘) di casa Farinetti. Prelios ha messo in campo uno strumento operativo ad hoc, il nuovo fondo immobiliare PAI. Non si tratta di patatine, ma di un vero e proprio maxi contenitore per accogliere 25 investitori privati, tra cui molte casse di previdenza, oltre Enpam: ultima arrivata quella dei geometri.

Alla fine del valzer si potrebbe arrivare fino ad una quarantina di investitori, con una evidente lievitazione di tutto il business.

Così racconta il direttore generale di Prelios, Andrea Cornetti: “L’investimento per Fico unisce pubblico e privato. Per l’immobile Caab abbiamo una concessione di 40 anni: alla fine lo restituiremo con valore zero. L’investimento produrrà un rendimento del 6 per cento annuo e dal 2019 restituiremo il capitale ed erogheremo i dividendi”.

Daniel Buaron

Daniel Buaron

Un progetto da leccarsi i baffi, con un fatturato annuo previsto che sfiora i 100 milioni.

Delle acrobatiche e molteplici operazioni del fondo Prelios, nonché di uno dei suoi timonieri, Massimo Caputi, la Voce ha scritto più volte negli ultimi mesi. Potere leggere cliccando sui link in basso.

LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PAI

Ma la primavera è appena cominicata, come direbbe Peter Sellers nel celebre ‘Oltre il giardino‘: perchè la genialata di Oscar Farinetti è destinata a gemmare. Quello piantato a Bologna, infatti, è il primo seme gettato sul territorio del nostro Paese. “Pensiamo di replicare l’iniziativa – annuncia Cornetti – sul territorio, anche se in forma minore. Ce lo stanno chiedendo con forza molti operatori del settore”.

E quelli ora presenti nell’ex mercato ortofrutticolo felsineo sono già in visibilio.

Mister Panettone, Alberto Balocco, ha puntato 2 milioni di euro sulla fresca creatura uscita dal cilindro di Farinetti. E annuncia la sua ricetta: “Lanciamo il brand Bottega Balocco, la pasticceria di alta qualità che vogliamo esportare nel mondo. E con Fico vogliamo fare anche un test di retail sul connubio tra caffè, gelato e pasticceria”. E si dice sicuro sulla scommessa: “Siamo convinti che Fico sarà un successo. Del resto Eurodisney non è al centro di Parigi”.

Anche le coop un tempo rosse (sic) esultano. E’ il caso, ad esempio, di Granarolo, che ha deciso di investire 1 milione di euro per la realizzazione di un impianto per la produzione di formaggi. Il presidente della super coop, Giampiero Calzolari, è uno dei più accesi fan del parco agroalimentare. Il numero uno del Consorzio Grana Padano, Cesare Baldrighi, dal canto suo anticipa un primato: ossia la creazione di due mega forme di grana da 500 litri di latte ciascuna al giorno.

C’è da gustare e da contare col pallottoliere: stiamo sereni.

 

 

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