Bell’Italia, Paese di poeti, navigatori e sottospecie di politici

Pentimento sincero. E molte scuse per la deroga al mio impegno di ignorare le faccende di Di Maio, l’incredibile candidato alla premier dei grillini. Impossibile fingere che non esista se perfino il comico genovese teme la sfida televisiva con Renzi. Dice ai suoi: “Ma come vi venuto in mente: avete fatto fare una brutta figura a tutto il movimento”. Il rimbrotto rimarca i danni della fuga dal confronto del giovanotto avellinese. Nella reprimenda ha influenza anche l’ultima di una serie di gaffe di Di Maio, puntualmente rilevate e commentate da grillini e oppositori. L’ultima è clamorosa. Nel tentativo di accreditarsi a livello internazionale gli è venuta fuori la corbelleria della Russia che si affaccia sul Mediterraneo. Uno tra molti salaci commenti: “Di Maio è più confuso di un Pinguino alle Hawaii”. Un altro: “La Russia è un Paese del Mediterraneo, l’hanno spostata geograficamente la scorsa notte grazie a gigino”.

Sgombriano subito il campo da dileggi sulla mancata laurea di Di Maio e ricordiamo che grandi scrittori, scienziati, letterati, giornalisti non hanno mai conseguito il massimo titolo di studio. Semmai chiediamoci che razza di percorso scolastico gli ha consentito il diploma di liceo classico se sbaglia i congiuntivi e non conosce per sommi capi la geografia, la storia, la grammatica. Almeno tre gli errori nel coniugare il congiuntivo e di più, il corposo capitolo delle gaffe. Di Maio ha paragonato Renzi a Pinochet definito dittatore del Venezuela (anziché del Cile). A proposito di vitalizi dei parlamentari, da abolire, lo ha attribuito anche a Luca Boneschi, ex radiale defunto. Che dire della misteriosa comparazione tra lobbisti e malati di cancro? Ospite di “Porta a Porta” ha dichiarato che il suo movimento è post ideologico, nè di destra, né di sinistra. “Tra noi c’è chi si rifà a Berlinguer, Almirante, alla Dc”. Una bestemmia culturale, ovvero, “Non abbiamo idea di quello che stiamo facendo e/o dicendo”.

Imparagonabili le gaffe di Di Battista (Napoleone-Auschwitz), della Raggi con il figlio accanto a lei sullo scanno di sindaca, di Roberta Lombardi che chiede interventi al preside della scuola del figlio su carta intestata della Camera ed esprime riconoscimenti al fascismo per l’altissimo senso dello Stato e della famiglia. Esemplare la dichiarazione di aver subito il furto degli scontrini per non giustificare le spese di parlamentare.

A partire dal 2013 sono decine i casi che hanno svelato impreparazione, e pura ignoranza di tanti rappresentanti del M5S. Al via dell’attuale legislatura, molti degli eletti alla Camera o al Senato non sapevano nemmeno dove si trovano Montecitorio o Palazzo Madama (Bartolomeo Pepe), quanti sono i senatori (Enza Blundo), che per governare c’è bisogno della fiducia di entrambe le camere (Carlo Sibilia), che l’età minima per poter diventare presidente della Repubblica è scritta nella Costituzione (Roberta Lombardi).

Uscite infelici: “Le sirene esistono per davvero” (Tatiana Basilio), “L’allunaggio è una farsa” (Carlo Sibilia, responsabile scuola del M5S che in un’altra occasione, a proposito dello sbarco dei Mille, confuse Quarto con Marsala). Scarsa dimestichezza con l’italiano, la storia e la geografia.  Il dittatore cileno Augusto Pinochet, in un post della senatrice Sara Paglini, è citato come “Pino Chet”. Gravissimo l’invito ai cittadini terremotati di Mirandola a fare un esame di coscienza per non aver votato il Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali del 2014.

Paolo Becchi, ex ideologo del Movimento ci va giù pesante. “Di Maio è incandidabile”, perché oggetto di provvedimenti penali in corso e deroghe ad personam sono inaccettabili, la Magna Charta del movimento non è cambiata. In Sicilia la magistratura ha sospeso l’elezione di Cancellieri per analoghi motivi e un partito che non rispetta le sue regole non ha credibilità politica.

In poche righe

Per chi legge la Repubblica, la storia delle pagine sportive nazionali con taglio discriminatorio (razzista?) continua. Anche oggi paginone centrale sul derby Roma-Lazio, pagina a fianco sui misteri della proprietà cinese del Milan e in alto, in un rettangolino, lo striminzito tabellino delle formazioni di Napoli (prima in classifica) e Milan. Indecente.

Chi ospitava la Questura di Milano? Il Papa, un capo di Stato, il presidente del Consiglio? Macchè. In visita ai poliziotti la show woman Barbara D’Urso, chissà a quale titolo. Il suo ingresso in questura è avvenuto tra due ali schierate di agenti in uniforme, un classico picchetto d‘onore. Sono molto orgogliosa di essere ricevuta così ha commentato la D’Urso. Indecente

Lascia un commento