Poveri solidali con i poveri. La buona notizia in prima pagina. 

Leggiamo un articolo del Corriere da condividere parola per parola dopo aver reso gli onori civili all’autrice e averlo dedicato a Salvini, Zaia e affini della Lega Nord. La giornalista racconta di una donna in là con gli anni che fa spese al supermercato. Concluso l’acquisto, la signora si reca alla postazione adibita all’incasso. Poi blocca il conteggio di quanto ha comprato, consapevole di non avere abbastanza soldi per pagare quanto ha preso, ma anche perché pensa che gli ultimi cinquanta euro della modesta pensione devono consentirle di arrivare alla fine del mese. Di quanto ha pensato di acquistare, trattiene solo il cibo per il gatto. Alla rinuncia assiste una coppia di migranti e con squisita discrezione si avvicina alla donna. Sottovoce le chiede di tenere il cibo prelevato dalle scansie. “Paghiamo noi, abbiamo vissuto problemi come i suoi”. Roba da libro cuore, commozione con lacrime della cassiera e opportunità per un grande quotidiano italiano di antagonizzare con una storia di buonismo, il dominio costante delle cattive notizie.

E’ clamoroso, tendente a crescita rapida, il ricorso a urla e improperi di conduttori e ospiti televisivi, di imbonitori delle emittenti private, che scalmanati urlano per catturare attenzione e voglia di comprare degli astanti. Il peggio è chiuso nel forziere dei politici, dove custodiscono il pass dell’immunità che consente loro di ingiuriare gli avversari, con colpi bassi, proibiti. Un primatista di questo genere da trivio è Marco Travaglio, giornalista-politico, che ieri, ospite (abituale, ma perché?) della Gruber a 8 e mezzo, ha definito “deficienti” gli esponenti del Pd coinvolti nel caos di un’alleanza post elettorale con Forza Italia. Da uomo di destra (sia sufficiente ricordare gli inizi di carriera al giornale di Montanelli) Travaglio sbeffeggia l’ipotesi del Pd alleato di governo con la destra. La verità? Teme che si faccia e impedisca l’ammucchiata della destra per andare al governo. Fassino sceglie in risposta il “pane al pane, vino al vino” e lo accusa di aver fatto parte del fascista Fuan, Fronte Universitario di Azione Nazionale. Travaglio smentisce e ironizza: non lo sapevo, nella vita s’impara sempre qualcosa, ma non dice del passato politicamente vissuto a destra e che nega che oggi, direttore del Fatto Quotidiano, vive in conflitto d’interessi, dal momento che affida l’autodifesa a commenti di colleghi del giornale che gli danno ragione genuflessa come farebbero fosse estraneo alla redazione.

Come il pozzo di San Patrizio, sembra non avere fondo la montagna di renminbi (moneta del popolo) nelle mani di noti e ignoti re Mida cinesi che muovono montagne di denaro cash, oramai in tutti i comparti dell’economia mondiale. La prova del nove? I milioni a gogò disponibili per subentrare a storiche società di calcio italiane e tanti altri per importare in Cina assi della pedata, pagati a peso d’oro. L’ultima esca ha provato a far abboccare la Lazio, che detiene il cartellino del goleador napoletano Immobile con un’offerta di settanta milioni di euro, per ora rifiutata.

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