Impianto per il compostaggio dei rifiuti a Salerno. L’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone accende i riflettori sull’opera inaugurata mesi fa in pompa magna del Governatore della Campania e per un decennio sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.
L’indagine parte due anni e mezzo fa, aprile 2105, per la denuncia di un ex assessore regionale della precedente giunta Caldoro. Nel corso dei mesi l’Anac sente i protagonisti della vicenda, tra cui il Comune, la Regione e l’Arpac, ossia l’agenzia regionale per l’ambiente.
Ecco alcuni passaggi delle accuse mosse dall’Anac.
Innanzitutto si parla di “cattivo funzionamento dell’impianto” e di “onerosi extra costi nella gestione”.
Poi, “emerge l’assenza di una gestione adeguatamente coordinata del ciclo dei rifiuti”.
Ancora: “il digestore anaerobico non recupera materia, producendo composto, e non produce biogas”. Un fallimento totale. Il motivo base? “La cattiva qualità della frazione organica in ingresso”.
Durissima, l’Anac, anche sul fronte dei costi pubblici: “Un costo annuo di un milione per eliminare la plastica costituita dai contenitori è stato considerato esagerato, mentre non è apparso esagerato erogare al gestore dell’impianto annualmente una somma extra pari a 1,2 milioni di euro per lo smaltimento degli scarti di lavorazione e del percolato prodotti in quantità superiore a causa del cattivo funzionamento”.
Dal canto suo la Regione ha fatto sapere di aver revocato l’autorizzazione ambientale al gestore dell’impianto, la Daneco, esattamente un anno fa, ottobre 2016.