Legge di Bilancio, manovra pre-elettorale che rinvia tutto sine die

La legge di bilancio di 20 miliardi di euro, (gli stessi soldi stanziati dal governo in 10 minuti per salvare le banche), con oltre tre quarti dei fondi (15,7 mld di euro) per congelare ancora una volta le clausole di salvaguardia Iva, si conferma una ‘manovrina’ pre-elettorale, che non affronta i nodi economici strutturali, rinviando quasi tutto sine-die a dopo le elezioni  del 2018,salvo condivisibili norme anti-scorrerie.

  Dei 4,3 miliardi di euro restanti, 2 miliardi  per il rinnovo del contratto degli statali, imposto dalla sentenza della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale il congelamento delle buste paga a partire dal 2010; circa 600 milioni di euro per la lotta alla povertà,  per coprire – da consumati mago Silvan- 1,8 milioni di persone a fronte dei 4,75 milioni di italiani in condizione di indigenza;  338 milioni per i giovani (disoccupati al 35%), con  lo stanziamento di risorse per finanziare sgravi per assunzioni  dei giovani;  300 milioni per sviluppo e promozione di investimenti, mediante super ammortamenti;  100 milioni circa alla proroga di un anno della cassa integrazione straordinaria per aziende “a valenza strategica”, altri pochi rimasugli (Ecobonus,ecc.).

   Lo stesso governo, che ha trovato una dotazione di  5 miliardi di euro sull’unghia, dei 17 miliardi stanziati a garanzia per regalare le due banche venete a Banca Intesa, non è riuscita a trovare fondi per cancellare il  super ticket sulla specialistica che grava sulle fasce più deboli, né a trovare fondi per ricerca ed investimenti innovativi, e neppure per incentivare la natalità di un paese che sta sempre più invecchiando.

   Mentre gli ultimi dati Istat sul potere d’acquisto delle famiglie, certifica un reddito reale fermo nel secondo trimestre del 2017, sceso dell’ 0,3% su base annua; la propensione al risparmio calato di -0,2 punti sul trimestre precedente e di -1,5 punti rispetto ai 12 mese precedenti (il minimo dal 2012, con una crescita della spesa per consumi finali maggiore rispetto al reddito); gli investimenti pubblici che continuano a calare del -4,4% nel secondo trimestre 2017 su base annua; le entrate delle amministrazioni pubbliche, che registrano un crollo degli ‘incassi’ in conto capitale,-61,4%; vengono destinati 338 milioni di spiccioli per i giovani nel 2018, con il Jobs Act che ha già creato un esercito di precari, destinati per il 90% a lavoretti aleatori di poche ore, spacciati dalle statistiche per posti di lavoro, che impedisce loro di accedere a mutui e prestiti, per costruirsi una famiglia.

   L’ennesima manovrina priva di coraggio (eccezion fatta per le norme anti scorrerie)  fatta da modesti ragionieri senza alcuna visione strategica sui veri bisogni del Paese,che uccide il presente, ipotecando gravemente il futuro delle nuove generazioni.

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