OLIMPIADI DI RIO / BIG IN GALERA, WADA E IAAF SOTTO I RIFLETTORI, LA MAXI COMBINE S’INGROSSA

Altre bombe dal Brasile. Arrestato il presidente del comitato olimpico carioca, Carlo Arthur Nuzman, accusato di essere al centro di quel sistema di corruzione che ha ruotato intorno al CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, per scegliere Rio quale sede degli ultimi Giochi del 2016.

L’inchiesta, ‘Unfair Play‘, nasce come costola di un’altra maxi inchiesta, ‘Lava Jato’, a base di super tangenti petrolifere e che ha messo in ginocchio l’intero sistema istituzionale verdeoro, a cominciare dall’impeachment del presidente Dilma Roussef, e investendo maggioranza e opposizione. Fra le imprese italiane coinvolte nella mazzetta del secolo la controllata dell’Eni, Saipem, e la Techint del gruppo che fa capo a Gianfelice Rocca.

Papa Massata Diack. In alto Nuzman

Papa Massata Diack. In alto Nuzman

Tornando a Nuzman, tanto per completare il cerchio, è anche membro onorario dello stesso CIO. Nel corso di una perquisizione nei suoi uffici gli inquirenti hanno raccolto una serie di elementi probatori sul giro di tangenti.

In particolare la mazzetta da 2 milioni di dollari girata a un boss dello sport, Papa Massata Diack, figlio di un altro super boss, Lamine Diack, membro dell’esecutivo del CIO e soprattutto ex presidente della potente IAAF, la Federazione Internazionale di Atletica.

Giochi di Rio pesantemente condizionati dai vorticosi giri di mazzette sul doping, con le complicità di IAAF e WADA, l’Agenzia internazionale antidoping, pesantemente coinvolta e collusa. Per la serie: i controllori che diventano componenti della gang.

E ALEX SCHWAZER DENUNCIAVA…

Una storia che arriva fino in Italia con il giallo Schwazer, il nostro campione clamorosamente escluso da quelle Olimpiadi. Proprio perchè – come la Voce ha più volte documentato, potete leggere cliccando sui link in basso – stava denunciando, insieme al suo preparatore atletico Sandro Donati, quel sistema criminale.

Per questo hanno deciso di fargliela pagare, taroccando le provette delle sue urine.

Sandro Donati e Schwazer

Sandro Donati e Schwazer

E guarda caso ora, al processo di Colonia che deve decidere l’invio delle stesse provette al Ris di Parma per il decisivo test del DNA dopo la rogatoria internazionale avanzata dal gip di Bolzano Walter Pellino, Iaaf e Wada si muovono in perfetta armonia.

Del resto mesi fa – tra gennaio e febbraio 2017 – è stato fitto lo scambio di mail tra Iaaf, Wada e lo stesso laboratorio di Colonia, per predisporre una strategia comune anti Schwazer.

E proprio per lo scandalo Olimpiadi di Rio gli investigatori di Unfair Play hanno scoperto un analogo giro di mail che coinvolgeva Papa Massata Diack, Nuzman e un altro pezzo da novanta dello sport carioca, Leonardo Gryner, ex direttore del Comitato olimpico brasiliano.

Anche lui appena finito in galera. Come un terzo personaggio della story, l’imprenditore Arthur Cesar Soares de Menezes, alias ‘Re Artù‘.

Giochi molto pericolosi.

Nel totale oscuramento mediatico. Pensate che qualcuno abbia dato notizia dei clamorosi fatti? Dieci righe sullo sport del Corriere della Sera. Come del resto lo scandalo Petrobras e l’inchiesta Lava Jato: qualcuno ha scritto del coinvolgimento, per corruzione internazionale alla procura carioca e a quella di Milano, delle nostre Saipem e Techint?

Il silenzio più assordante.

 

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