TORNA DI PIETRO / VUOLE FARE ‘O GOVERNATORE DEL MOLISE

Arieccolo. L’Antonio Di Pietro che ogni volta, deluso dalla politica, infila gli scarponi e torna in sella all’aratro, è ad un nuovo cambio di rotta, l’ennesimo, dopo il crac della sua Italia dei Valori, implosa sotto gli scandali del partito personale come neanche nella Romania di Ceaucescu.

Dopo svariati giri di valzer grillini, e addirittura un possibile assessorato alla corte di Virginia Raggi, adesso è il caso di rimettere su casacca para Pd e caso mai inventarsi novello Prodi per piantare, nel suo orticello di Montenero, una piantina di Ulivo.

Secondo gli ultimi rumors, infatti, l’ex pm senza macchia e senza paura, squagliatosi proprio quando aveva in mano l’Uomo a un passo da Dio (Chicchi Pacini Battaglia all’epoca del pool milanese), si starebbe allenando per scendere di nuovo in pista. Si era parlato di un ministero in caso di vittoria grillina alle prossime politiche; invece, a quanto pare, il suo Molise lo chiama. E ‘O Pm starebbe pensando ad una candidatura condivisa tra Pd e satelliti per le regionali del 2018.

Lui, per ora, fa il ritroso. Ai cronisti locali che lo interpellano, minimizza: “sto bene così, non vorrei. Ma se me lo chiedono…”. A condizione, però, di essere il candidato unico del centrosinistra, senza se e senza ma. E senza fastidiosi rivali d’area.

Cristiano Di Pietro. Sopra il padre Antonio

Cristiano Di Pietro. Sopra il padre Antonio

Ma c’è la solita variabile Alfano, che agita i sonni in casa Pd, come sta succedendo per l’incubo siciliano ormai alle porte. In Molise le truppe di Angelino stanno da tempo lavorando per accordi con il Pd guidato dal presidente della giunta regionale Paolo Frattura, un ex di Forza Italia, figurarsi.

Non sa proprio stare con le mani in mano, ‘O Pm. Fino a gennaio 2017 ha avuto modo di ingannare il tempo come presidente della più importante società di infrastrutture della Lombardia, la Pedemontana. Sentita aria di crac, ha preferito lasciare baracca e burattini: comunque a settembre si terrà l’udienza che dovrà decidere sul fallimento, che potrebbe aver pesanti ripercussioni sul fondatore di Italia dei Valori, visto che è stato proprio Di Pietro a firmare il bilancio 2016 della Pedemontana lombarda. Roba da milionate di euro.

Meglio trovare una comoda poltrona da Governatore. E caso mai ritrovarsi in Consiglio regionale con il rampollo, Cristiano Di Pietro, quel geniaccio incompreso che faticò così tanto per conseguire la maturità. E che zoppicava – come mostrò un irresistibile servizio delle Iene – sulle capitali: quella del Brasile? Buenos Aires. Ciucci con le ali.

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