Solidarietà a uomini e donne cacciati da Via Curtatone

Ferdinando Imposimato

Ferdinando Imposimato

Siamo solidali con le persone cacciate dal palazzo di via Curtatone e deploriamo chi ha ordinato di cacciarle senza alternative. Il Comune deve prima sfrattare i parassiti che vivono in appartamenti più o meno lussuosi senza pagare una lira. Lo Stato non può essere forte coi deboli e debole coi forti . Priorità assoluta sia data al diritto al lavoro alla casa e ai servizi sociali: sanità , scuola, trasporti, e formazione. Migliaia di uomini senza reddito o con redditi indegni , senza casa e senza lavoro, hanno fatto ricorso a forme di protesta per vedere riconosciute esigenze essenziali di vita. Per gli sfrattati, senza casa, disoccupati, precari, titolari di redditi di fame, studenti occorre solidarietà e rispetto. Questi soggetti devono rompere silenzio e indifferenza con azioni di massa . Nella speranza di vedere attuati i diritti che la Costituzione definisce inviolabili. Disperati che reclama inutilmente “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà economica e sociale”.
Per i promotori della lotta per la casa non v’è indulgenza. Ma tutela della legalità significa rispetto delle leggi penali ma prima ancora della legalità costituzionale e cioè rispetto dei diritti esistenziali garantiti dalla Costituzione. Riconoscendo che chi ha agito per la difesa della casa ha agito in buona fede non per delinquere ma per difendere la propria dignità di esseri umani. E proprio grazie alla lotta in difesa dei diritti umani é possibile ridurre le disuguaglianze. Come quello di bloccare migliaia di sfratti che ledono il diritto alla vita ed alla casa, grazie ad un urgente decreto che sospenda gli sfratti esecutivi salvando migliaia di famiglie dal lastrico e dalla umiliazione. E di ottenere l’impegno delle istituzioni locali a fornire ai senza casa case popolari. Recenti decisioni di giudici di merito, anticipando una riforma ineludibile verso un diritto dei diritti umani e delle libertà, hanno assolto occupanti abusivi di case sfitte facendo riconoscendo stato di necessità e legittima difesa economica. “Tale inquadramento – scrive il Tribunale di Roma, che ha assolto alcuni occupanti di edifici abbandonati – risponde a diritti fondamentali stabiliti dalla Costituzione, in cui rientra il diritto alla salute ed il diritto alla casa compromessi in chi non riuscendo a procurarsi un reddito adeguato suo malgrado, non ha i mezzi minimi per pagare l’affitto”. “Necessitas non habet legem”. Si deve fare strada l’esigenza dello Stato, superi il diritto del privilegio e della oppressione, come avviene con chi non vuole rinunziare alle indennità . Occorre risolvere in positivo i problemi di lavoro e casa, che deve essere riconosciuta a tutti, evitando ingiustizie, avviando una politica della casa per diseredati e senza reddito. Solo in questo modo si raggiungerà una pace sociale giusta e duratura.

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