Nord e Sud, un solo razzismo

Tra i soggetti ricorrenti dell’obiettivo che esplora volti e figure per l’occhio attento di un grande fotografo, com’è valutato in tutto il mondo Oliviero Toscani, è evidente il prevalere di bambini, neonati o comunque in tenera età. C’è una motivazione artistica a giustificare la scelta? Difficile pronunciarsi. Sta di fatto che il sacrosanto dovere di tutelare le immagini di bambini, non rendendole pubbliche, non è un precetto rispettato da Toscani. Basta andare su un motore di ricerca per rendersene conto. La riflessione è sollecitata da un paginone pubblicitario del quotidiano più venduto in Italia (vedi foto allegata) che ritrae il fotografo con un bambino di pochi mesi in braccio, nudo e con il “pisellino” ben visibile. Immagine lecita ma soprattutto ingenua o strumentale, quanto quella zingare che per impietosire i passanti stringono tra le braccia neonati?

Che alibi può invocare chi difende i monumenti di secessionisti americani che hanno combattuto per conservare lo scandalo dello schiavismo? Nessuno tranne Trump, che dopo l’indifferenza per il razzismo dei cosiddetti suprematisti, dei neonazisti e del Ku Klux Klan, perché spinto dai suoi consiglieri a prenderne le distanze ha eseguito, ma masticando amaro. Appena passata la bufera è rimontato sul carro dell’estremismo di destra e ha adottato un’ambigua equidistanza tra i seguaci di Martin Luther King che lottarono contro la segregazione razziale e i suoi oppositori. Da Trump prendono le distanze perfino i repubblicani che lo hanno eletto. Il senatore del South Carolina Graham ammonisce il presidente a non accettare gli elogi dei razzisti. A quando l’impeachment?

In tema di razzismo, in Italia c’è motivo ogni giorno per un grido di allarme. Barry, senegalese, quasi quarantenne, incinta. Viaggiava in autobus, a Rimini. Due delinquenti italiani ventenni, un ragazzo e una giovane donna, le hanno sottratto il cellulare con la violenza, l’anno insultata, picchiata brutalmente. E’ accaduto tra l’indifferenza dei passeggeri che non hanno mosso un dito. Gli aggressori. Uno: “Negra di m…a”, l’altra “Ti faccio abortire”. Sempre in Romagna un nigeriano è stato accoltellato davanti a un supermercato. Ma l’Emilia-Romagna non era una delle regioni di sinistra, della tolleranza, dell’accoglienza? Sono solo alcuni episodi, ma si sommano a molti altri casi di razzismo e xenofobia e non si capisce se la coscienza democratica del Paese è ancora vigile

Nord e Sud uniti nel razzismo. Lina, a metà italiana (padre), metà nigeriana (madre): si presenta in un ristorante di Pietraroja, nel beneventano, per sostenere una prova come cameriera. La moglie del titolare appena vede il colore della sua pelle, va in escandescenze, le lancia contro piatti, urla e la caccia dal locale. Il marito sostiene che la ragazza non era all’altezza del compito, la ragazza accompagnata dalla sorella e da un’amica esperta di cucina ribatte che non ha sostenuto alcuna prova sulle proprie capacità.

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