GIALLO VASSALLO / DOPO 7 ANNI  LA SOLUZIONE  DAL DNA?

Prova del Dna, meglio tardi che mai. E’ forse racchiusa nel sangue di 94 persone la soluzione del giallo circa la morte del sindaco-pescatore di Acciaroli, Angelo Vassallo, ucciso in un agguato quasi sette anni fa, il 5 settembre 2010.

Il capo della procura di Salerno, Corrado Lembo, e i due pm incaricati delle indagini, Leonardo Colamonici e Rosa Volpe, hanno appena deciso di ricorrere all’ormai classico test per individuare il killer che freddò il primo cittadino. Gli inquirenti, infatti, vogliono trovar tracce di tutti coloro i quali hanno avuto a che fare con una pistola calibro 9×21, “modello baby Tanfoglio”, o comunque un’arma compatibile con quella utilizzata per il delitto.

Attualmente, infatti, le indagini sono su un binario morto. L’unico ancora indagato è Bruno Umberto Damiani, implicato in alcuni traffici di droga, ma l’esame dello ‘stub’ effettuato su di lui ha dato esito negativo.

Tutto quindi comincia esattamente da capo. Lembo si dichiara fiducioso, come del resto si dichiarò, dopo l’episodio criminale, l’allora procuratore capo di Salerno, Franco Roberti, poi passato a dirigere – e ora al termine del suo incarico – la Direzione Nazionale Antimafia.

Non senza problemi la raccolta del materiale organico delle 94 persone da confrontare con il Dna rintracciato su alcuni reperti rinvenuti sul luogo del delitto e conservati per sette anni. Un uomo al quale era stato effettuato il prelievo per il test, ad esempio, è morto il giorno dopo, stroncato da un infarto.

Traffici di coca? Pista di cemento che porta all’abusivismo edilizio sempre dilagante nella zona e sul quale aveva cominciato ad accendere i riflettori Vassallo? O che altro?

Forse dal Dna potrà arrivare la chiave per risolvere, finalmente, il giallo di Acciaroli.

 

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