A quando lo “ius soli?”

L’aspro contendere interno ed esterno alla maggioranza di governo impantana la discussione sul codice antimafia. Esperti eccelsi come Cantone spiegano che così com’è è irricevibile. Non è il solo intoppo. Il rinvio del dibattito provoca anche lo slittamento della legge sullo ius soli e la richiesta della destra di soprassedere all’approvazione. Passi i partiti xenofobi, ma si associano anche i 5Stelle e nessuna meraviglia, considerate le recenti strizzatine d’occhio a Salvini. Il Pd? Pronostica voti di fiducia a ripetizione.

Sembra che entrino da un orecchio ed escano dall’altro, gli avvertimenti dell’Italia del tipo: “O si distribuisce fra tutti i Paesi dell’Unione l’onere dell’accoglienza ai migranti o chiudiamo l’accesso ai nostri porti”. La risposta del vertice di Tallin è unanime: “Zero aperture dei porti europei, che i migranti sbarchino in Italia”. Al più, i coinquilini italiani della comunità concedono un po’ di soldi in  più per invogliare le nazioni africane che s’affacciano sul Mediterraneo a creare “zone di ricerca e soccorso” nelle loro acque.

A conclusione di oltre trent’anni di trasgressione alla Carta della Corte europea per i diritti dell’uomo e di vane sollecitazioni della UE il parlamento approva la legge sulla tortura. Vergogna alle spalle? Solo in parte. L’edulcorazione operata tra Camera e Senato, lo dicono autorevolmente i magistrati del processo ai responsabili delle torture nella scuola Diaz, rende inapplicabile la legge. Magistratura democratica: “E’ un brutto passo falso”. Inascoltati l’appello ai parlamentari e l’invito a non votare il testo uscito dal Senato, perché confuso, inapplicabile e controproducente. Ilaria Cucchi, sorella del giovane morto per le torture subite: “Non capisco perché la Repubblica italiana, che fu patria del diritto, oggi ha così paura di una vera legge sulla tortura”.

Non s’acquieta Dell’Utri e dal carcere dove sconta la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno a Cosa Nostra proclama: “Sarebbe auspicabile un patto nazionale Pd-Fi. Se non ci fosse Berlusconi l’unica via è Renzi”. Il popolo? E’ in attesa di un commento del segretario Dem.

La notizia non è firmata ma sarebbe da attribuire all’agenzia pubblicitaria di cui si serve la multinazionale Coca Cola. Racconta (con tanto di foto) e definisce spassosa la reazione di una piccolina a cui i genitori (da separare immediatamente dalla figlioletta) hanno fatto assaggiare la bibita in questione, si spera perché ignoranti delle conseguenze dannose.  La scena è ripresa dalla mamma, che sia per sempre benedetta (o da una troupe dell’agenzia pubblicitaria?). Il commento: “La bimba sembra soddisfatta dopo aver assaggiato la Coca Cola”.

 

Appresa la notizia, Devoto e Oli hanno dichiarato che cancelleranno dal loro dizionario il verbo “rottamare”. Hanno saputo che il parco auto di Stato consiste in circa sessantamila vetture, con un incremento in un anno di 9.000 unità. Maglia nera di questa scandalosa classifica è, sorpresa delle sorprese, la Sardegna. Svettano i dati di Sassari e Oristano, a ruota la Sicilia con Trapani. Tra le grandi metropoli il primato spetta a Torino (sindaca Appendino, 4Stelle) con 294 auto, poi Roma (sindaca Raggi, 5Stelle). Quarta sempre lei, Sassari, con 106 auto.

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