L’Unità. O bella ciao, ciao, ciao

Insomma, siamo ai colpi bassi, alle vigliaccate senza preavviso e a patirne è lo straccio di bandiera rossa che resiste ai venti disfattisti del post comunismo italiano. Il Pd renziano reagisce alla domanda di sinistra con uno “zac” della ghigliottina sulla testata fondata sa Antonio Gramsci e l’Unità sparisce dal panorama della comunicazione, spazzata via da “Democratica” che politicamente vuol dire tutto e niente. L’annuncio, che mette la parola fine a un calvario di molti anni, è l’idea migliorista di Renzi di rappresentare il mondo eterogeneo che più nulla o quasi testimonia degli ideali comunisti. Staino, ultimo direttore della storica testata cancellata con un colpo di spugna, denuncia “Hanno fatto tutto di nascosto”, per emanazione della strategia comunicativa del segretario. L’organico redazionale è in stand by, in attesa di capire che ne sarà politicamente di “Democratica” e dell’accordo per la cassa integrazione, in attesa della ristrutturazione e della strana concorrenza interna con l’Unità, ricoverata in sala di rianimazione. La testata, che dovrebbe sostituire il quotidiano un tempo distribuito porta e porta dagli attivisti (spariti anche loro)è in versione digitale, diretto da Andrea Romano, condirettore di Staino (“il partito ci ha abbandonato). Si presenta   come portavoce personale di Renzi e sarà diffuso gratuitamente, sui social, sul sito del partito e sull’app “bob” (???). E L’Unità che fine fa? L’annuncio è del direttore di Repubblica (perché lui e non il Pd?) : “Perché il Pd non continua a utilizzare la sua testata storica per informare i suoi iscritti? Spiega che l’Unità è “prigioniera di un socio privato” (chi lo ha coinvolto?) che lo ha congelato e non è in edicola da settimane. “Democratica?” Staino non usa i guanti gialli. Dice che è affidato a Romano, allontanato dal giornale per le sua caratteristiche di antigiornalismo, censore di ogni accenno critico nei confronti di Renzi. “Sono in teoria ancora il direttore dell’Unità”, ricorda Staino, “in realtà dirigo il nulla. , A fine maggio niente stipendi per la redazione e neppure a giugno”.

La faccia oscura della Merkel. La Germania dice sì ai matrimoni gay, lei contesta e dice no, “Le nozze sono uomo-donna” e contraddice il Bundestag che le approva a maggioranza, voto storico per la parità con i matrimoni eterosessuali, come proposto dai socialdemocratici. La cancelliera ha lasciato ai suoi deputati libertà di coscienza ma personalmente ha votato contro. Ha però ammesso l’adozione da parte di coppie omosessuali. Un classico della contraddizione in termini.

L’acidula Taverna, falco di 5Stelle, sull’idea xenofoba di Di Maio, protervamente indicato da Casaleggio e dal comico genovese come aspirante alla presidenza del consiglio: “Romeni criminali? Ha ragione, è un complimento alla Romania, esporta il 40% dei criminali”.

Ma quando ricicleranno la May nel ruolo di massaia e donna di casa alle prese con fornelli e pannolini da cambiare ai nipoti?  La sua cocciuta fedeltà alla Brexit rischia l’ostilità dell’intellighenzia britannica e la forte tentazione di un milione di lavoratori stranieri che progettano la fuga dal Regno Unito nei prossimi 5 anni. In pratica circa il 50% degli stranieri altamente qualificati. In altre parole l’addio all’Europa avrebbe un costo altissimo per gli inglesi. Lo conferma un’inchiesta dell’Indipendent che prevede l’esodo di circa il 50 per cento di lavoratori europei, con conseguente deficit di lavoro qualificato.

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