Pittore per non morire – Il Racconto della Domenica di Luciano Scateni

24 ore e altre 24, più 24, per 365 giorni di ognuno di dieci anni e sei mesi. In quattro a inspirare-espirare in quattro metri quadrati, nemmeno un attimo di intimità, compagni di pena imposti, rumore permanente di chiavistelli, urla di chi non ammortizza la rabbia per la libertà negata e basta, nessuna ragione per mettersi alle spalle la non vita in una cella che uccide le idee, la percezione dell’esterno, non raramente con l’esodo dalla disperazione con l’estremo rimedio di spegnere la vita per farla finita. Oppure il pieno di un intero giorno, del successivo, di quelli dei che mescolano rosso e giallo per improbabili pennellate di arancione su volti ingrifati di modelli ragistrati in memoria, ma deformati dal degrado della prigionia. “Detenuto 2397, è ora di dormire. Luci spente, via pennelli e tele.” “Guardia carceraria Buongiovanni”, prossimo soggetto della prossima tela vergine.

 

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